Leggo (F.Balzani) – Mezz’ora contro il Milan, la 601ª in serie A, gli applausi di San Siro. Si è chiusa così sabato notte la stagione più sofferta di Francesco Totti. Quella che, nonostante prevalga ancora l’ottimismo, potrebbe essere l’ultima con la Roma. Sì, perché il rinnovo ancora non è arrivato e le parole di Pallotta da Boston non sembrano di pace: «L’offerta gliel’abbiamo fatta 10 giorni fa, strano che non l’abbia accettata perché io pensavo che volesse continuare a giocare. La nostra è un’offerta generosa. Se penso che firmerà? Avrebbe dovuto già farlo, probabilmente non sta ricevendo buoni suggerimenti. Io voglio una grande Roma e questo non può riguardare solo un giocatore». Totti ha letto le parole del presidente e avrebbe voluto replicare. Poi ha preso la via del silenzio, ha assistito agli Internazionali alla vittoria di Murray e lasciato il Foro Italico tra i cori del pubblico, sorridendo amaro ma senza rispondere a chi gli chiedeva un parere sull’uscita di Pallotta.
Un silenzio carico di tensione. Ma qual è il problema? Non i diritti d’immagine che Totti ha deciso di riservare quasi interamente alla società, né l’ingaggio da un milione più bonus (anche se qualcuno a Trigoria dice il contrario). Ciò che non va giù a Francesco è la poca chiarezza sul suo futuro da dirigente a partire dal 2017. Non tanto in riferimento alla durata del contratto (6 anni) quanto sul ruolo. Totti vorrebbe restare “sul campo”, con un compito operativo magari nelle giovanili. La Roma ha scelto per lui una via diversa, più di rappresentanza. Una “pretesa” confidata a Benatia la scorsa settimana durante gli Internazionali (da qui il tweet del marocchino «Potrebbe essere l’ultima di Francesco»), che non è andata giù a Pallotta. Il presidente, costretto a cambiare idea sul futuro da calciatore di Totti («Le gambe non sempre seguono ciò che vuole la mente», disse prima dei 4 gol e 3 assist in 6 gare del numero 10) non si aspettava un «Ci penso» alla proposta di rinnovo. Francesco vuole sentirsi gratificato dopo le troppe parole al veleno sul suo conto, ma c’è chi lo invita alla calma e a firmare, intanto, il contratto da calciatore. Spera nel rinnovo anche Alisson, in arrivo a Roma tra oggi e domani: «Giocare con Totti sarà gratificante. Falcao qui è stato un Re, io punto a essere un Principe»