Corriere dello Sport – Il Pallone d’Oro si scusa con Totti

Roma-Chievo esultanza Totti gol PR

L’effetto Garcia. La rivincita è contagiosa. I francesi si sentono rigenerati nel loro calcio e nel loro spirito per avere spedito un allenatore a guidare il campionato italiano, vecchio duca presuntuoso senza più soldì né classe ma ancora saldamente ancorato al prestigio della casata. Mandano giornalisti a investigare.

Ma questi sono omaggi normali, prevedibili. I francesi sono felici di quello che sta succedendo e ci tengono a farcelo sapere. Quel che non ci si poteva aspettare è che France Football, rivista di aristocratica cultura calcistica, proponesse Francesco Totti a esempio. Scrivendo: «Certi giocatori dovrebbero fare come noi. Guardarlo giocare più spesso. Farebbe loro un gran bene» .

 

Ha sempre suonato stonato l’abbinamento tra Totti e il Pallone d’Oro. Il giocatore lo desiderava più di qualsiasi altro successo, o forse meno soltanto del titolo mondiale e dello scudetto con la Roma. Fatto e fatto. Manca giusto quel premio. «Ma come si fa a vincerlo? Non l’ho ancora capito» . Così disse una volta. E un’altra: «Fossi andato al Real Madrid mi sarei preso due Palloni d’Oro e tre Champions League» , proprio alle penne di France Football.

 

Oggi scrivono di lui: «A 37 anni, l’attaccante della Roma resta un giocatore eccezionale, efficace sul campo, esemplare nell’atteggiamento. E’ anche un perfetto falso centravanti» . Queste sì che sono scoperte. Ancora: «La sua qualità nel controllo, nello stop a seguire, nel dribbling, nell’aggancio e nell’accelerazione sul breve gli permette ancora di creare la superiorità numerica… Sono intatte la velocità di analisi e di decisione, la reattività, la cura di alzare la testa e guardare il gioco per effettuare la scelta giusta… Il suo gioco senza palla è regale allo stesso modo… Non solo un calciatore tecnico, anche determinato e fisicamente roccioso» .

 

Se Totti ha conservato tutte queste qualità le possedeva anche prima. Quando non è mai andato oltre la selezione dei primi dieci nel concorso. Ci voleva proprio Garcia perché in Francia ammettessero l’errore senza ammetterlo. Adesso dicono: Totti è eterno. Come se l’enfasi riparasse all’ingiustizia.

 

Corriere dello Sport – M.Evangelisti

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