Tra una settimana esatta saranno passati due anni dal giorno del suo addio al calcio, eppure Francesco Totti non sa ancora cosa gli riserverà il futuro in giacca e cravatta. Nelle ultime ore si è parlato di una sua «promozione» a direttore tecnico, un ruolo che rischia di essere solo una parola vuota se non ci saranno delle competenze e delle responsabilità precise. La Roma sostiene che Totti abbia già un ruolo importante e operativo e che non c’è la necessità di inquadrarlo in una sola carica, vista la sua presenza nella quotidianità della società. Ieri, durante la premiazione a Palazzo Vecchio di Firenze per il suo ingresso nella Hall of Fame del calcio italiano, istituita dalla Figc, ha ribadito il concetto: «Da dirigente sto capendo alcuni meccanismi che non pensavo ci fossero. Quello che è uscito sui giornali lo valuteremo più avanti, io ancora non so niente». Da dirigente, ha la possibilità di stare comunque vicino alla squadra, soprattutto a chi si affaccia al grande mondo del calcio: «Quando si è giovani bisogna solo pensare a divertirsi. È normale che, se hai talento, tu possa pensare a un futuro da campione, ma l’importante è crescere con i giusti valori. Bisogna investire sui settori giovanili. Zaniolo? Ha buone prospettive». Domenica sera, contro il Parma, due anni dopo Totti, ci sarà l’addio alla Roma di Daniele De Rossi, la seconda bandiera ammainata in poco tempo. Lo riporta il quotidiano Corriere della Sera.