Totti. Il futuro, l’addio mai tanto vicino

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) Francesco Totti si prepara al malinconico addio. Quando mancano 75 giorni al termine del suo ultimo contratto che lo lega alla Roma la decisione sembra presa. Non se la sente di vivere un’altra stagione come questa, anche se la passione per il calcio, l’entusiasmo nell’andare tutti i giorni ad allenarsi a Trigoria non diminuisce nemmeno entrando in campo nei minuti finali. Ieri Spalletti gliene ha concessi sette, compresi i tre di recupero. Il trend è questo, negli ultimi mesi: Totti è entrato dopo il 35′ della ripresa contro il Lione, nel doppio derby con la Lazio, contro Fiorentina, Torino, Bologna e Atalanta. Ormai è quasi rassegnato, svilito e il suo ingresso in campo e spesso accompagnato da momenti di tensione in panchina (non è il caso di ieri), con Spalletti che lo sollecita a entrare e il capitano che con il cuore in tumulto si sistema i parastinchi. Non è felice e non può esserlo, ritiene di poter dare ancora il suo contributo alla squadra, che si giocherà il secondo posto fino alla fine. Ma non così, non con una manciata di minuti a disposizione.

COME ZANETTI – Ieri l’ingresso in campo al 41′ del secondo tempo ha permesso a Totti di raggiungere Zanetti a 615 presenze in serie A, al terzo posto nella classifica di tutti i tempi, dietro Maldini e Buffon. Ma non ha lo spirito per festeggiare l’ennesimo record della sua inimitabile carriera. E poi il pareggio di ieri è un’altra delusione, perché lui alla Roma ci tiene, ha anteposto sempre gli interessi della squadra e ha accettato questo ruolo di comprimario senza mai una battuta fuori posto, un comportamento sbagliato. Si è imposto di mantenere un comportamento irreprensibile fino alla fine della stagione, non vuole dare adito a polemiche. Ma le inquietudini di questi ultimi mesi lo stanno spingendo verso la decisione più dolorosa, quella che non avrebbe mai voluto prendere. Perché il calcio gli mancherà moltissimo, perché fisicamente si sente bene. Ma è provato nello spirito, anche se all’esterno si mostra sereno ed è disponibile con tutti, ieri si è fermato a firmare autografi ai ragazzini all’uscita dell’Olimpico. La decisione l’ha maturata, l’ha condivisa in famiglia e solo l’arrivo di un nuovo allenatore che lo faccia sentire importante all’interno del suo progetto potrebbe fargli cambiare idea. Ma servirebbe una buona capacità persuasiva.

FUTURO DA CHIARIRE – E a 75 giorni da quella che potrebbe essere la fine del suo rapporto con la Roma non è ancora chiaro il suo futuro. Totti si aspetta di conoscere quale sarà il ruolo di dirigente, finora non ha trovato risposte ai suoi interrogativi. Ha sei anni di contratto, con l’ingaggio adeguato a quello più alto tra i dirigenti scelti da Pallotta e in occasione della firma dell’ultimo contratto da calciatore è stato aggiunto che sarà un profilo di dirigente nell’area tecnica. Ma non è chiaro con quali compiti. Totti vorrebbe mettere a disposizione la sua esperienza, non andare in giro “a tagliare i nastri”, in eventi celebrativi. Francesco alla Roma ci tiene e vuole capire quale potranno essere i suoi margini di manovra. Intanto la Fifa e la Federcalcio gli hanno inviato messaggi di stima, con la prospettiva di un ruolo di prestigio. Entro 75 giorni si capirà tutto.

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