Francesco Totti, ex capitano e bandiera della Roma, ha risposto ad alcune domande dei fan e a quelle più ricercate sul motore di ricerca di Google attraverso un video apparso sul canale YouTube di Betsson.Sport di cui è brand ambassador. Queste le parole di Totti:
Sul rifiuto di indossare la fascia datagli da Maradona…
L’ho fatto perché in quel caso penso che fosse doveroso che la indossasse lui. Per me lui è la storia del calcio, è stato il calcio, e lo sarà per sempre. Anche se giocavamo all’Olimpico era importante che la indossasse lui. Era il numero uno al mondo.
Sul Real Madrid…
Dopo la Roma è l’unica squadra che ho sempre tifato. Avrei avuto la fortuna di poterci andare a giocare, ma per amore della Roma ho scelto la Roma. Mi dispiace, ma non ho avuto il privilegio di giocare nei Galacticos.
van der Sar…
Momento particolare. Eravamo in semifinale dell’Europeo, lui era grandissimo. La follia ha prevalso su tutto: in quel momento ho pensato di fare quel benedetto cucchiaio e fortunatamente è andata bene.
Del Piero…
Abbiamo talmente tanta amicizia che ci possiamo dire tutto. Ma il problema è stato Materazzi che con questo telefonino deve sempre riprendere tutto. Simpaticamente ho fatto la battuta del tramviere ed è stato divertente.
“Adesso ho paura”…
E continuo ad averne (ride, ndr). Era una frase che ho detto durante la mia ultima partita, il mio addio al calcio. L’ho sentita, l’ho pensata e ancora la penso veramente, è una cosa normale. Noi ex calciatori, dopo anni di agonismo, abbiamo un po’ paura di lasciare questo sport, perché quando lasci una cosa che conosci, non sai mai quella che trovi. La paura è rimasta.
De Rossi…
Uno dei miei amici più importanti nel mondo calcistico. Una persona straordinaria. Perbene, un ragazzo d’oro. Che ama la Roma quanto la amo io.
Speravo di morì prima…
Una serie sulla mia carriera, sulla mia vita. È stato molto bello, ancora oggi rivedendola mi emoziono.
Kings League…
È un’esperienza che ho fatto quest’anno in Messico. Un torneo di calcetto/calciotto, con tanti ragazzi giovani. Mi sono rimesso a disposizione. Mi sono risentito un po’ giovane. Tante novità, piacevole e divertente. Speriamo di poterlo rifare.
Scusate il ritardo…
Era Roma-Chievo mi sembra. Non segnavo da tantissime giornate, allora per sdebitarmi ho alzato la maglietta dicendo “Scusate il ritardo”.
Selfie…
Una delle scene più belle della mia carriera. Era la doppietta al derby, 2-2, e avevo già deciso con i miei amici che se avessi segnato avrei fatto questo gesto verso la Curva Sud. Avendone fatti due, fortunatamente, il selfie rimarrà per sempre nella storia del derby.
Sceriffo…
È il soprannome di mio papà. Era ovunque. Una persona fondamentale per tutti, ad oggi manca a tutti. È stato sempre al mio fianco, è stato sempre presente. Un grazie per avermi cresciuto in questo modo.
Zeman…
Uno degli allenatori più importanti. Mi ha cresciuto fisicamente e tatticamente. Mi ha fatto correre tantissimo. Lo reputo uno dei più importanti della mia carriera.
Carlo Zampa…
È stato uno dei commentatori più importanti della Roma, uno speaker della Roma, tifosissimo della Roma. Un tifoso così è difficile trovarlo. Ho un rapporto speciale con lui. Lui era proprio malato. La viveva in modo diverso: come un classico tifoso ma era un giornalista.
È vero che la Lazio ti ha cercato?
Giocavo con la Lunigiana. Chiamarono i miei genitori e gli dissero che avevo due possibilità: Roma o Lazio. E fortunatamente abbiamo scelto la Roma. In quel contesto se avessi scelto Lazio non so cosa sarebbe successo a casa.
4 e casa…
Roma-Juve, un diverbio in campo. Ho preso una gomitata sul braccio e istintivamente mi sono girato e ho fatto quel gesto.
Qual è stato il goal più bello della tua carriera?
Ancora non lo so. Ne ho due in mente: quello contro la Sampdoria a Genova, al volo, e il pallonetto contro l’Inter a Milano. Devo ancora decidere, due goal bellissimi ma diversi, quindi non è facile scegliere.
Balotelli…
Se potessi tornare indietro, non farei il gesto brutto a Balotelli. Il rispetto e l’agonismo verso il giocatore avversario sono importanti e bisogna dare il giusto esempio ai ragazzi che vogliono seguire la carriera sportiva.