A vederlo in campo anche in questi giorni americani, quel giorno sembra francamente ancora lontano. «Ancora non ho pensato a come sarà la mia ultima partita, ma so che sarà emozionante e terrificante allo stesso tempo. So che il momento si avvicina e quando arriverà, sarò io il primo a gettare la spugna. Non voglio andare in campo per fare figuracce. In quel momento chiuderò. In bellezza? Fino a un certo punto, ma chiuderò». Già, intanto però a quasi 38 anni Francesco Totti torna dalla Florida con un’altra certezza bel fissa nella mente: l’America quel giorno spera che arrivi molto tardi, considerando l’onda d’entusiasmo da cui è stato travolto anche da queste parti.
Quanto entusiasmo Tifosi, bambini, papà insospettabili e anche giornalisti locali. Francesco in questi giorni di sole con Topolino a Disneyworld non ha mai potuto muoversi davvero. Ogni volta che l’ha fatto, si è scatenato in un attimo il delirio. Foto, autografi, maglie da firmare o anche solo la voglia di stringergli la mano, magari sperando di vederlo giocare prima o poi proprio da queste parti. «Grazie, ma penso proprio che non potrà succedere», ha gentilmente declinato l’invito Totti, che comunque in Florida ci viene spesso in vacanza, anche se 300 chilometri più giù, dalle parti di Miami. E ci tornerà anche tra una decina di giorni, per due settimane, anche se stavolta niente Florida, destinazione New York e California.
Inseguendo altri gol Nel frattempo Francesco ad Orlando ha segnato l’unico gol americano, «anche se avrei preferito farlo in campionato, questo non conta niente». Già, perché nella testa di Totti c’è la speranza davvero di raggiungere e superare Silvio Piola, ancora 39 scalini più su. «Sono emotivo, passionale, ed è una forza non un limite – continua il capitano della Roma -. Gioco per passione, per divertirmi, perché mi piace. Col pallone ci sono cresciuto e ci morirò. E’ sempre stato il mio punto debole, ma sono contento di come sono. E spero sempre che il futuro mi possa riservare qualcos’altro». Per ora questi sei giorni americani gli hanno riservato una notorietà conosciuta, ma che non si aspettava ancora così calda. Anche domenica sera, quando Pallotta ha portato tutta la squadra a cena al Kings Bowl Orlando, chiudendo la serata con una divertente sfida a bowling.
Maglia e vita privata Da oggi Francesco tornerà nella sua Roma, in attesa della presentazione di domani della nuova maglia Nike, dove dovrebbe essere proprio lui ad indossarla per prima. «A Roma fa sempre piacere vedere la gente innamorata di te, i tifosi sono quelli che mandano avanti tutta la baracca. Anche se la vita privata diventa difficile da gestire. Tornare a vivere a San Giovanni? Succederebbe il panico, se io vivessi in centro dovrei girare con l’elicottero». Chiusura sulle accuse che a volte gli arrivano di eccedere nel cascare. «Da fuori è facile, sono tutti allenatori. In campo, se corri e uno ti tocca, è normale che cadi. Se mi lamento o cado prima di ricevere un calcione è solo per difendermi, perché calciatori del mio genere non sempre vengono tutelati. Ma da fuori passi per cascatore…». In America non la pensano così e anche ieri sera, all’aeroporto di Orlando, Francesco se n’è reso conto.
Gazzetta dello Sport – A.Pugliese