Roberta Calvano, costituzionalista e professore all’università Unitelma della Sapienza interpellata da Egardo Gulotta ad Omnibus, ha rilasciato alcune dichiarazioni sui punti oscuri della riforma del premierato, approvata ieri in Senato e che ha visto l’opposizione in piazza. Totti come candidato Premier? Anche questo è diventato motivo di argomento delle sfere più alte.
Non è vero che i poteri del Presidente della Repubblica non sarebbero aboliti
“Per quanto riguarda i poteri del presidente della repubblica ne sono stati aboliti diversi: la nomina dei senatori a vita, lo scioglimento di una sola Camera, l’individuazione del premier e soluzione delle crisi – spiega Calvano. E’ evidente e si legge sugli atti del Senato, non si può dire proprio che non è vero che non siano stati modificati i poteri del presidente della repubblica”.
La maggioranza dei seggi arriverebbe da un altro organo costituzionale
“Con la riforma, il premio di maggioranza verrebbe collegato alla lista del candidato premier che ha la maggioranza. Cosa significa? che l’assemblea rappresentativa non sarebbe più eletta dai cittadini ma deriverebbe da un altro organo costituzionale”.
Al di fuori delle democrazie liberali
“In nessuna democrazia liberale esiste un parlamento che non sia stato eletto direttamente dai cittadini, che non sia il frutto del voto degli elettori. Noi avremmo invece Camera e Senato in cui la maggioranza sarebbe determinata dal voto di un altro organo costituzionale. quindi la maggioranza non deriverebbe più dal voto per le Camere. Questo ci porterebbe fuori dalle democrazie liberali”.
E se Totti si presentasse come candidato premier?
“Vi faccio un faccio un altro esempio dell’irrazionalità di questa riforma – continua Caivano. Immaginiamo che una lista di minoranza presenti come candidato premier un personaggio popolare, un calciatore o un influencer. Prendiamo per esempio Totti candidato premier, avrebbe sicuramente un risultato eccezionale e la prevalenza su altri candidati. Questo porterebbe una lista minoritaria collegata al candidato premier popolare che otterrebbe la maggioranza dei seggi alla Camera e Senato a parità di forze politiche. Perché nel testo di legge si dice che il premio viene attribuito alla lista o alle liste che si collegano al candidato premier che risulta vincente”.