La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – E al solo ondeggiare di quell’indice, il mondo intero cominciò a interrogarsi. Di retorica ce n’è giusto un filo, non di più. Perché il dito con il quale Francesco Totti ha fatto segno di no, a chi dopo la partita gli chiedeva se l’arrivederci era stato fissato per il ritiro di Pinzolo, ha come all’improvviso messo una barriera, creato una distanza, forse solo una cornice tra la realtà e quel quadro che è il rinnovo del contratto. Magari è giusto plexiglass, per carità. Perché il quadro continua a vedersi, perché solo chi conosce Totti davvero può comprendere quanto sia magicamente sottile il filo che divide l’ironia e l’amarezza, la serietà e la perenne voglia di scherzare.
EMOZIONI – Totti cazzeggiava, per dirla alla romana. Ma in quel giro di campo finale, con i figli Cristian e Chanel, no. Non cazzeggiava, con gli occhi lucidi e luccicanti allo stesso tempo: il capitano s’è commosso, perché non era un match banale e non è stata una giornata banale, questa di Roma-Chievo. Mentre tutto lo stadio intonava «c’è solo un capitano», Francesco abbracciava Cristian, quasi lo coccolava sotto la Tevere, mentre Chanel se la rideva. Totti superstar, in partita con l’assist a Pjanic e pure dopo: le foto con le famiglie Dzeko e Malagò, il sorriso strappato a Kostantina, la figlia di Manolas. E poi la carezza e il bacio alla moglie Ilary, che sventolava una maglietta con dedica, «tu sei il calcio».
SI TRATTA – Sempre con quegli occhi lì, a metà tra il triste e il compiaciuto. L’indice, tutto sommato, è come se all’improvviso avesse raccolto l’input del cuore. Non è stata fino in fondo la giornata che Totti voleva. Perché il rinnovo ancora non c’è, solo in quel modo la festa sarebbe stata davvero completa. E qui invece c’è ancora un po’ di strada da percorrere. Tanta? Poca? Secondo alcuni, la via si starebbe rivelando più insidiosa di quanto immaginato e immaginabile fino a pochi giorni fa. Perché dal via libera di Pallotta al rinnovo, il passaggio pareva automatico, come un parcheggio semplice semplice. E invece il telecomando del posto auto va e non va, prende e non prende. Sarà la batteria. Sarà, molto più semplicemente e meno romanticamente, una mera questione di soldi. C’è ancora da trattare e un accordo non c’è. Sui diritti d’immagine, che la Roma vorrebbe tutti per sé in un’ultima stagione che nelle idee sarebbe un evento lungo un anno. Diritti che Totti invece vorrebbe mantenere per sé, almeno quelli «extra-Roma». Il nodo è lì. E si porta dietro, come conseguenza, anche il resto dell’accordo: l’ingaggio da calciatore e gli anni da dirigente, che il capitano della Roma vorrebbe veder allungati rispetto ai sei già pattuiti in passato. Punti che vengono sviscerati ogni volta che si incontrano il d.g. della Roma Mauro Baldissoni e il commercialista di riferimento della famiglia Totti, Adolfo Leonardi. Un accordo ancora non c’è, un accordo è da trovare e quando si entra nel campo delle trattative economiche non può essere escluso nessuno scenario, ferma restando la volontà di arrivare al rinnovo. Magari, per uscire dall’impasse, potrebbe rivelarsi utile l’arrivo di James Pallotta: il presidente è atteso in Italia per fine maggio, in concomitanza della finale di Champions a Milano del 28. Ma chissà che non decida di fare un blitz per l’amichevole di Abu Dhabi con l’Al Ahly del 20 maggio.
RANIERI CHIAMA -Test in cui Totti sarà presente. Il futuro oggi non guarda oltre. E in giro per il mondo c’è ancora chi spera in una rottura tra il capitano e la Roma. Per esempio Claudio Ranieri, che in un’intervista a RaiSport ha fatto il misterioso: «Francesco è immenso, è il vero imperatore. Se l’ho chiesto alla dirigenza del Leicester? Non rispondo…». Tiro in sospensione. Come finisce lo sa solo Totti. Fino in fondo, forse, neppure lui.