Il Tempo (F. Magliaro) – Messo in un cantuccio, almeno per il momento, il problema con Eurnova e con il Campidoglio, la Roma dei Friedkin inizia a muoversi per un nuovo progetto Stadio con l’obiettivo di “chiudere” entro l’anno. Nessuna indicazione ufficiale ma quella che trapela è l’idea di un impianto da 45mila posti e, come già anticipato, in aree della città per le quali non sia necessaria una variazione al Piano regolatore (si risparmia tempo) né un investimento milionario per opere infrastrutturali. Per inciso: aree preferibilmente di proprietà pubblica, che sia del Comune o di altri Enti dello Stato, di qualche società controllata o parastatale. Tor Vergata presenta molti problemi, soprattutto per le infrastrutture che non ci sono e la cui programmazione.
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Per ora, si affacciano due aree. La prima è di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti e si trova a Torre Spaccata. Da un punto di vista infrastrutturale la dotazione è già piuttosto buona. Parliamo di un’area di oltre 560mila metri quadri, quindi abbondantemente sufficiente ad ospitare il solo Stadio con parcheggi di legge e strade (150mila metri quadri). Seconda area su cui la Roma sta ragionando: zona Tiburtina/Pietralata. In entrambi i casi, però, siamo solo alle analisi preliminari: c’è da capire cosa possono chiedere in cambio le proprietà e poi approfondire la fattibilità urbanistica e dei trasporti.