Tra i due ci sono quasi sette anni di differenza. Uno, classe ’85, andrà ai Mondiali con la Grecia, l’altro – da poco 22enne – li vedrà in televisione, augurandosi un giorno di poter debuttare nella Seleçao (dopo aver fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili) e ritagliarsi un ruolo da protagonista. Così diversi e per un periodo anche ‘rivali’, Torosidis e Dodò questa sera dovrebbero essere i terzini titolari della Roma. Il condizionale è d’obbligo: se l’ex Olympiacos è certo di giocare (Maicon è squalificato), per il brasiliano, comunque favorito, rimane in piedi il ballottaggio con Romagnoli che tuttavia, viste le prove tattiche in settimana di Garcia e le sue condizioni fisiche non ottimali, appare in ritardo.
VINCENTI ED EQUILIBRATI
Sinora Torosidis e Dodò insieme hanno giocato poco. I dieci minuti finali di Inter-Roma, i 64 iniziali di Roma-Chievo e i 90 di Roma-Livorno e Roma-Sampdoria (quest’ultima in coppa Italia). Quattro gare, altrettante vittorie, 8 gol fatti ma quello che più conta per un difensore, zero subiti. Numeri che evocano un buon equilibrio: termine che, presumibilmente, Dodò non ne può più di ascoltare. Tra tecnici, media e tifosi, infatti, il brasiliano spesso e volentieri si è visto rimproverare una scarsa attitudine alla fase difensiva. A volte ha sbagliato, inutile negarlo, ma più che l’errore individuale il problema è stato quello di essersi trovato in una squadra che difende a quattro e che sull’altra corsia ha Maicon, in mediana Pjanic e davanti un tridente dove per almeno 2/3 gli attaccanti sono poco inclini ad aiutare il centrocampo. Così Dodò, preoccupato quasi esclusivamente a tenere la posizione e a non lasciarsi scappare l’avversario di turno, ha perso brillantezza in avanti dove la sua corsa a testa alta e la tecnica della quale è in possesso, dovrebbero (e potrebbero) fare la differenza.
L’OPPORTUNITA’
Se è vero che probabilmente l’ex Corinthians sarebbe più adatto nel ruolo di esterno in un centrocampo a cinque – alla Nagatomo interista per intenderci, libero (in parte) dai compiti di marcatura per potersi spingere in progressione – questa sera potrebbe essere arrivata la sua occasione. Torosidis non è Maicon e garantisce certamente più copertura. Per una volta, quindi, i ruoli potrebbero invertirsi: Roma più frenata a destra e dirompente a sinistra, con Dodò a rappresentare l’arma in più, quella capace – partendo da dietro – di ‘bucare’ la mediana a cinque (o a sei) che Guidolin si appresta a schierare e creare così la superiorità numerica, tanto cara a Garcia. Proprio con l’Udinese, oramai 505 giorni fa (28 ottobre 2012), il brasiliano debuttò con la maglia giallorossa.
Il Messaggero – S.Carina