Tuttosport (M.Bonetto) – Le fregature possono essere sempre dietro l’angolo, ma al momento i segnali che arrivano dalla Capitale non fanno aggrottare le sopracciglia a Cairo. Torino e Roma sono società serie, nonché in ottimi rapporti. E questo è un humus fondamentale, quando si devono affrontare situazioni di mercato particolari, quale è la vicenda che investe Castan. Il dialogo tra i due club è fecondo da tempo. Viene difficile pensare a litigi, scontri, dispetti, pur nel rispetto degli interessi reciproci. Che ciascuno tiri l’acqua al proprio mulino, quando si tratta di far di conto e decidere, è scontato. Ma il fatto che il dialogo scorra facilmente tra i vertici dirigenziali delle due società resta un punto di partenza dirimente, tanto più se nei prossimi mesi andrà analizzato ciò che in gergo calcistico-mercataro viene etichettato alla voce patti d’onore: accordi verbali, oppure sì scritti, ma non riportati in un documento ufficiale riconosciuto dalla Lega e dalla Figc. Accordi, quindi, non impugnabili davanti agli organismi della Federcalcio, in caso di contenziosi.
CONTRATTO ROMA: 2019 – Castan, di proprietà della Roma e sotto contratto in giallorosso fino al 2019, appartiene a questo ordine di intese. Formalmente, il Torino lo ha preso in prestito puro, dopo l’interregno estivo del brasiliano nella Sampdoria. A differenza di Iago, prelevato in prestito con diritto di riscatto (ufficiale) a favore del Torino a cifre prefissate (6,5 milioni), attorno a Castan è stato disegnato un gentlemen’s agreement tra le parti, nelle pieghe delle veloci e improvvise trattative agostane. Il patto d’onore estivo (continuiamo a chiamarlo così) prevedeva la possibilità per il Torino di acquistare Castan, in un secondo tempo, con un investimento di 4,5 milioni. Peccato che nelle scorse settimane sia intervenuto un fattore nuovo, potenzialmente esplosivo: l’addio di Sabatini, ormai ex ds della Roma. Sul fronte giallorosso, Sabatini era stato il deus ex machina di tutti gli accordi con il Torino, da Ljajic a Iago a Castan. Normale, dunque, che la società granata tornasse ad annusare l’aria, ora. Anche perché Castan sta dimostrando di essere un punto di forza straordinario. E’ il centrale granata dal miglior rendimento, senza ombra di dubbio. Non è un caso se, con lui in campo (8 volte), il Torino ha viaggiato alla media di 2,1 punti a incontro. Senza Castan (4 volte), il trend crolla incredibilmente a 0,5. E i gol subiti? Con Castan, il conteggio dice “solo” 9 reti subite in 8 partite. Senza Castan, addirittura 7 gol incassati in appena 4 incontri. Ma il dato statistico non può nemmeno rendere nel complesso tutte le qualità di Castan: la sua esperienza, l’intelligenza tattica, la reattività, la tenacia in marcatura, il tempismo, il coraggio nei tackle, la vocazione all’anticipo. Prima dell’operazione al cervello, 2 anni fa, Castan era indiscutibilmente tra i migliori 5 difensori della A: una colonna fondamentale della Roma. Diceva Mihajlovic, qualche giorno fa: «Continuando così, trovando una sempre maggiore continuità, Castan tornerà a essere uno dei migliori marcatori d’Italia». Infatti. E questo è per l’appunto il giocatore che il Torino vuole acquistare. E anche in anticipo sui tempi. Cioè, potenzialmente, già tra gennaio e febbraio. I nuovi contatti con la Roma, post addio di Sabatini, hanno riconfermato la validità di quel patto d’onore agostano. Inoltre l’attività di mediazione che può svolgere chi cura gli interessi del difensore sarà altrettanto importante e dirimente, in sede di trattativa finale. Castan si trova bene a Torino, lo ha già ribadito più volte. Con il club granata, a inizio anno, stipulerà un nuovo contratto, con scadenza almeno fino al 2020: un accordo connesso all’acquisto del cartellino da parte del Toro. La rotta è tracciata, per i due club e il giocatore. Le fregature sono bandite: si tratta solo di non uscire dalla carreggiata. Né in campo, né a tavolino.