Pagine Romaniste (F.Belli) – Il 2020 della Roma si aprirà a tinte granata, così come si era aperto l’anno appena trascorso, con quel 3-2 che oggi più di ieri sa molto del canto del cigno di Di Francesco sulla panchina giallorossa. L’avversario il 5 gennaio all’Olimpico, giorno della ripresa del campionato, sarà infatti il Torino, che anticiperà di un giorno la Befana. Speriamo che i romanisti, insieme ai dolcetti, trovino anche una bella vittoria dentro la calza. Gli uomini di Mazzarri navigano a metà classifica e stanno vivendo un periodo difficile, contornato da una grave crisi di gioco e di risultati, testimoniata dagli appena 12 punti in altrettante partite e con una media di poco superiore alla zona retrocessione. Quella che la scorsa stagione si era contraddistinta come una delle compagini più solide del campionato, oggi appare fragile e senza equilibrio. Una fase offensiva poco produttiva accompagna una fase difensiva che fa acqua da tutte le parti e che costringe Sirigu costantemente agli straordinari. Il pareggio di Verona di metà dicembre dove i granata hanno sprecato un vantaggio di ben tre goal a poco più di venti minuti dalla fine è più che indicativo in tal senso.
Ma qual’è l’origine dell’involuzione di una squadra che pochi mesi fa era ad un passo dall’accesso ai gironi di Europa League? Le cause sono due, una di natura tattica e l’altra di natura mentale. Partiamo dalla prima: in un sistema di gioco affidato alla difesa a tre come quello del Torino, ruolo centrale hanno l’aggressività, la capacità di marcare a uomo e la bravura a scalare dei singoli per impedire di lasciare praterie agli avversari. Questo lavoro non viene però fatto con continuità durante i novanta minuti differentemente dalla scorsa stagione. La fase offensiva invece si basa quasi completamente sulla ricerca di seconde palle pericolose e su iniziative individuali dei singoli, senza una vera e propria manovra ragionata. Un grande limite per un club con ambizioni europee. Un dato interessante: il Torino porta pochissimi uomini in accompagnamento. Fondamentale per l’attacco granata è l’apporto di Christian Ansaldi, secondo giocatore della Serie A per cross tentati (7.2 per 90 minuti) e uno dei giocatori difensivi con più dribbling tentati (2.7 per 90 minuti). Fortunatamente per gli uomini di Fonseca però, l’argentino salterà la sfida per squalifica. E poi c’è la causa mentale. Nel corso dell’ultima partita persa in casa contro la Spal, sia Lukic che Berenguer hanno manifestato il loro disappunto rivolgendo espressioni non troppo felici nei confronti del loro allenatore, reo di averli sostituiti. Segno evidente che il clima nello spogliatoio non è dei migliori. La Roma ha dalla sua parte quindi i favori del pronostico e anche i numeri, visto che l’ultima sconfitta in campionato contro i granata è datata 25 settembre 2016 (3-1 fuori casa e ultima rete di Totti in campionato), mentre in casa risale addirittura al 13 maggio 2007 (0-1, Muzzi).