Il Messaggero – Per il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle ci sarà bisogno di un ulteriore approfondimento degli aspetti tecnici del progetto, che sarà fatto «dagli assessori competenti» in Campidoglio. Tutto ciò mentre tra i Cinque stelle sono in tanti a chiedere che«vengano messi i giusti paletti a tutta l’operazione, affinché possa essere davvero definita di pubblico interesse». E’ il dato saliente dell’incontro di ieri mattina, a Palazzo Senatorio, tra Virginia Raggi e il presidente della società giallorossa, James Pallotta. Un vertice arrivato all’indomani di quello alla Regione, nel quale Nicola Zingaretti aveva sottolineato l’esigenza di approvare, in assemblea capitolina, una variante urbanistica ad hoc per poter dare il via libera all’operazione.
LA COLLABORAZIONE – «Ci siamo dati l’impegno di riparlare dello stadio della Roma prossimamente con gli assessori competenti e nel corso della conferenza dei servizi, che tratterà degli aspetti più tecnici – spiega la sindaca -. Si è parlato di una possibile collaborazione tra il Comune e la società per iniziative non solo legate al calcio ma allo sport in generale, in particolare a progetti dedicati ai più giovani. Tra gli obiettivi reciproci c’è quello di dare nuova linfa alle strutture e agli impianti sportivi della città. Tradizionalmente la nostra città è legata e vive con passione il gioco del calcio, una realtà importante da valorizzare a più livelli». All’incontro erano presenti anche il vice sindaco con delega allo sport, Daniele Frongia, l’assessore alla mobilità Linda Meleo e il responsabile dell’Urbanistica Paolo Berdini, ormai ritenuto il continuatore e il sostenitore del progetto Tor di Valle. Con Pallotta c’erano il dg giallorosso Mauro Baldissoni, l’ad Umberto Gandini e il responsabile del progetto David Ginsberg. In attesa degli ulteriori approfondimenti sollecitati – e della delibera urbanistica da portare in aula Giulio Cesare per essere votata dal consiglio comunale – i Cinque Stelle continuano a non nascondere i dubbi e le forti perplessità relative a quello che gli ambientalisti hanno più volte definito un ecomostro: «Dobbiamo capire se è uno stadio pubblico o privato e da cui un privato avrà dei guadagni speculando – ha tuonato il consigliere regionale pentastellato, Davide Barillari, poche ore dopo l’incontro tra Raggi e Pallotta – C’è da capire anche se si pensa prima agli interessi dei cittadini e dello sport e poi agli altri. Magari si parte dallo stadio e poi con il centro commerciale tutte le cubature aumentano per magia. Non vogliamo andare verso un’altra privatizzazione di grandi opere. A Roma non ne abbiamo bisogno».
I TEMPI – La posizione del M5S in Campidoglio all’epoca della presentazione del progetto era nettamente contraria, tanto che il gruppo grillino, compresa la stessa Raggi, a dicembre 2014 votò contro la delibera per il riconoscimento del pubblico interesse. «Sappiamo come vanno le cose a Roma e come le varianti in corso d’opera aumentano i costi – dice Barillari – Abbiamo avuto tanti esempi in passato. Facendo una nuova opera abbiamo paura che il progetto pensi poco ai cittadini e allo sport, perdendo il valore dello stadio, che deve essere di tutti e non di un privato che gestisce e ci specula sopra». «Sono fiducioso del fatto che inizieremo a costruire per la fine dell’inverno – ha sostenuto Pallotta, che non è entrato nel merito delle ulteriori criticità emerse in queste ultime settimane – . Magari c’è stato un ritardo di qualche mese per alcune cose – ha ammesso – ma l’amministrazione comunale e tutti gli altri finora hanno risposto alla grande». Dal 3 novembre, quindi, sarà la conferenza dei servizi a esaminare il progetto.