Il Messaggero (S. Carina) – I numeri difficilmente mentono. E se alla vigilia il coefficiente della Roma tra expected gol (produzione offensiva di una squadra) e reti segnate era negativo (-5,39) mentre quello dell’Atalanta in linea con quanto prodotto (+0,20), difficilmente poi ci si poteva aspettare qualcosa di diverso in campo. Succede quindi che, come da copione, i giallorossi creino tanto ma sprechino altrettanto e la squadra di Gasperini sia abile a sfruttare l’unica, vera occasione di tutta la partita.
Finisce così 1-0 tra l’incredulità dell’Olimpico che ha visto, almeno per 20 minuti nel primo tempo, la miglior Roma della stagione. E siccome siamo in vena di paradossi, singolare che sia accaduto senza Dybala in campo. Paulo, infatti, si era dovuto arrendere nel riscaldamento pre-gara per un affaticamento al flessore sinistro che ora lo costringerà a saltare la convocazione con la Nazionale argentina. Destino simile per Pellegrini che invece ha deciso di stringere i denti, soffrendo, ma vedendo il suo raggio d’azione limitato. Anche lui non risponderà alla chiamata del ct Mancini.
Nessuno ha chiaramente la controprova ma se ieri ci fosse stata la Joya, almeno una delle tante occasioni create, avrebbe avuto esito diverso. Dybala sa regalare imprevedibilità, si porta via almeno due uomini e in una gara che l’Atalanta ha concluso con sette ammoniti c’è da scommettere che qualcosa si sarebbe inventato. Paulo si riscopre quindi risorsa e limite di una squadra che deve iniziare ad essere più cinica sotto porta.
Dybala sa regalare imprevedibilità, si porta via almeno due uomini e in una gara che l’Atalanta ha concluso con sette ammoniti c’è da scommettere che qualcosa si sarebbe inventato. Paulo si riscopre quindi risorsa e limite di una squadra che deve iniziare ad essere più cinica sotto porta.