La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Il capitano di ieri e quello di oggi. Non è casuale, non c’entra niente neppure il fatto che Damiano Tommasi abbia frequentato il loro stesso spogliatoio. Eccolo qui, dopo quello di Francesco Totti, l’endorsement di Daniele De Rossi nei confronti dell’ex compagno per la poltrona federale: «Tommasi ha dato un’immagine diversa da tutti gli altri, sia da calciatore sia da dirigente – ha detto il romanista in un’intervista a Sky –. Con lui vai sul sicuro. Anche se non mi è piaciuto come sia stata gettata la croce addosso a Tavecchio. Che abbia fallito è sicuro, ma vale per tutti quanti. Non mi ha fatto impazzire, ha fatto uscite fuori luogo, ma poi ha fatto il dirigente e non poteva fare miracoli. Anzi, uno ne ha fatto, con Conte in panchina. Italia-Svezia? Si è detto di tutto, anche che mi fossi rifiutato di entrare. La verità è che c’era grande nervosismo e che in campo potevamo far meglio, potevo far meglio anche io nella gara d’andata: è per questo che non siamo andati al Mondiale».
VIVA LA VAR – L’azzurro è ormai il suo passato, presente e futuro è solo giallorosso: «La Juve resta la favorita per lo scudetto – ancora De Rossi –. A Torino però il pareggio non l’avremmo rubato, il risultato ha condizionato i giudizi. Dietro di loro c’è il Napoli, che da due anni ritengo la squadra più accreditata. E poi noi: ora dobbiamo vincere per riavvicinarci, nulla è deciso». Merito anche di Di Francesco: «Ha dato un’impronta alla squadra, ci ha reso poco prevedibili e più solidi in difesa. Se siamo pronti per vincere? Guai ad abusare di questa parola, me lo ha insegnato Conte. Si vince ogni giorno in allenamento». E guai a legare il singolo episodio Var all’intera tecnologia: «Non è ancora perfetta, ma ci darà grande tranquillità in futuro, come accade nel football americano. Toglierà tutti i dubbi che in questi anni ci sono stati in Italia». Qualcuno dei quali da lui denunciato.