Timbro Kolarov

Corriere dello Sport (R.Maida) – Le abbiamo dette tutte? Terzino goleador, cecchino implacabile, miglior acquisto nel rapporto qualità/ prezzo. Ne mancava una: è il giocatore più decisivo del campionato. Con il gol segnato a Torino, dopo analoga impresa sportiva a Bergamo, Aleksandar Kolarov ha prodotto 4 punti per la Roma. Nessun altro difensore in Serie A è così determinante per la propria squadra. Kolarov è un terzino che in attacco rende come e più di un centravanti, oltre a guidare spesso il gioco di Eusebio Di Francesco. Un regista laterale con il tiro-killer.

RECORD – Peraltro, avendo segnato tutte e due le volte su punizione in campionato, ha già stabilito un altro primato per la Serie A in corso. E ha nel mirino Sinisa Mihajlovic, guarda un po’, nel record assoluto della storia dei difensori: 4 gol su punizione diretta segnati nel 2004/05. All’epoca, Kolarov aveva 19 anni e giocava titolare in una piccola squadra serba: il Cucarick. Lì, in quel sobborgo di Belgrado, studiava proprio il modo di calciare del maestro, che già aveva ammirato in patria dai tempi della Stella Rossa. Come Mihajlovic, Kolarov ha giocato sia nella Roma che nella Lazio ma in ordine inverso, riuscendo a spegnere in poche settimane i fischi dei nuovi tifosi. Lo ha fatto con il lavoro, basta. Niente ruffianerie. Siamo a fine ottobre e Kolarov ha già segnato in tutte le competizioni: 2 gol in campionato, 1 in Champions League e altri 2 nelle qualificazioni mondiali. Non è così comune per un difensore essere a questi livelli dopo poche settimane di una stagione.

PRECEDENTI – Nella Roma però non è il primo specialista mancino di punizioni. Ai tempi del secondo scudetto (1982/83) un bravissimo tiratore era il compianto Aldo Maldera, che Liedholm prese dal Milan proprio nell’estate che avrebbe preceduto la cavalcata trionfale. Ma di quel gruppo di campioni erano tanti a spaventare i portieri quando la palla era ferma sul limite dell’area: Nessuno nel suo ruolo è così decisivo: è a -2 punizioni dall’idolo A Torino ha beffato il maestro Mihajlovic ora lo sfida nei numeri ad esempio un altro gentiluomo che non c’è più, Agostino Di Bartolomei, «tira la bomba, tira la bomba» come cantavano i tifosi. Più di recente, a scaldare i tifosi della Roma si sono alternati interpreti sopraffini: dal tedesco Haessler al brasiliano Assunçao, da Totti a Pjanic. Ma gli ultimi difensori mancini che si affacciavano con le giuste credenziali ai calci piazzati sono stati Cristian Chivu e John Arne Riise: diversi nello stile ma uguali nel tasso di pericolosità.

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