La Repubblica – “Rinchiusi e schedati”, la rabbia dei romanisti

tifosi roma rotterdam

Il pugno duro della polizia olandese si vede fin da subito, da sotto la scaletta dell’aereo che trasporta alcune centinaia di romanisti in trasferta a Rotterdam. «Ci hanno prelevati, portati in aperta campagna, fotografati, schedati e trattenuti per ore», racconta un tifoso giallorosso. E a loro è andata anche bene. In 83 hanno avuto un supplemento di controlli: restano chiusi nella caserma vicino allo stadio De Kuip fino alle 18.30. Quando escono, finalmente, cantano un coro inedito: «Papa Francesco portaci via, da questo posto di polizia». E poi, subito dopo, «Fuck you Rotterdam».

Provocano le proteste dei politici italiani, dal Pd a Sel, a Forza Italia che chiedono conto del trattamento riservato agli italiani dalle autorità olandesi. Alla fine, della tanto temuta partita di ritorno, la gara della “vendetta” per il danneggiamento della Barcaccia, quello che resta impresso è proprio l’inflessibilità e l’organizzazione della polizia di Rotterdam e Amsterdam: controlli a tutto campo già dalla vigilia della gara, per individuare quei 300 tifosi romanisti (su 2700 in totale) “segnalati” dalla Digos italiana, arrivata a supportare il lavoro dei colleghi olandesi. In totale saranno 5 gli ultrà giallorossi fermati con misure di “mini-daspo” da 5 ore per un accenno di rissa e per una tentata evasione dalla fan zone.

Dall’altra parte sono 17 i tifosi del Feyenoord con lo stesso provvedimento. Nei pub vicino all’avveniristica struttura che ospita il De Markthal, il mercato del cibo internazionale, i supporter di casa vengono perquisiti uno a uno prima di uscire dai pub. Vorrebbero andare a caccia di romanisti, sistemati poco lontano nella zona dell’Oude Haven, il porto vecchio, unica parte della città accessibile per chi arriva dall’Italia. Lì si può bere (con moderazione, recita un foglio di istruzioni consegnato ai romanisti) ma esclusivamente in bicchieri di plastica e «ogni bar ha un bagno», come indicano eloquenti cartelli che invitano a non urinare per terra. «Qui ci controllano in continuazione. Da noi hanno potuto fare quello che hanno voluto», dicono in tanti. Allora il questore di Roma aveva specificato di non aver potuto tenere lontani dal centro «cittadini comunitari». Qui la città di Rotterdam, a parte le zone dedicate, non l’ha vista praticamente nessun tifoso.

La Repubblica – M. Favale

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