Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – L’apertura è l’apertura. Poi ci vuole qualcuno che entri dal varco che si è creato. Non parliamo degli spettatori. Quelli di sicuro cominceranno a tornare all’Olimpico, attirati dalla passione che non è mai tramontata. Magari torneranno addirittura tutti insieme, sulla scia dei gruppi organizzati. Qui a rispondere alla chiamata devono essere le due società, Roma e Lazio schierate sullo stesso fronte, insieme per un interesse comune. Lo faranno, anzi, hanno preso l’impegno solenne di farlo. Tornano i tifosi e automaticamente, è fisiologico, diventa più complessa la gestione dell’ordine pubblico. Anche per questo appariva pretestuosa l’analisi di qualche rappresentante delle istituzioni quando sosteneva che grazie alle barriere le problematiche all’interno dell’Olimpico erano sensibilmente diminuite. Piuttosto facile, con lo stadio semivuoto. Rientreranno i tifosi, dovranno restare pace e sicurezza in curva e sulle tribune. Altrimenti potrebbe esserci un ulteriore ripensamento e le barriere tornerebbero per restare. Non può certo essere considerato un ricatto e neppure un avvertimento da parte delle forze dell’ordine. E’ così ed è giusto sia così.
RICOMINCIARE – Allora nell’incontro di martedì al Viminale verrà ribadito un patto tra i club e le istituzioni che già è stato stretto. Prima ancora che le barriere vengano tolte Lazio e Roma lanceranno una campagna di sensibilizzazione coinvolgendo i giocatori più noti e amati. Come già era stato fatto quando si trattava di chiedere a tutti, alle istituzioni come ai tifosi, di normalizzare la situazione. In prima fila naturalmente i capitani Lucas Biglia e Francesco Totti. E poi Daniele De Rossi, Felipe Anderson, Marco Parolo, Alessandro Florenzi. Tutti, chi più chi meno, diranno la loro. Inviteranno i tifosi a tornare allo stadio. E a starci com’è lecito chiedere a tifosi caldi ma coscienti ed educati. Senza creare disordini, senza intemperanze, con tutto il bagaglio tradizionale di cori e colori e ironia, evitando accuratamente di oltrepassare le barriere, quelle sì non eliminabili, della correttezza e della civiltà. Tifare restando all’interno delle regole della convivenza, questo sarà il senso dei messaggi che appariranno sulla stampa, in televisione, sui social network. Con tutti i mezzi di comunicazione che il panorama moderno offre, le due società entreranno in contatto attraverso i loro giocatori con i tifosi di ogni età e di ogni tipo. Fa parte dell’accordo con le istituzioni ma è anche un passo necessario per ripristinare il contatto affettivo tra le squadre e coloro che all’esistenza delle squadre danno senso e sostanza, i tifosi. La pausa di riflessione è stata lunga. Adesso bisogna ricominciare. Basta che funzioni, e funzionerà.