Pagine Romaniste – Tiago Pinto, general manager della Roma, è intervenuto in conferenza stampa dopo la chiusura del calciomercato invernale. Queste le sue parole:
Un titolo per questo mercato… Retroscena ce ne sono? Quale è stata l’offerta più alta ricevuta?
Cominciamo bene (ride, ndr). Come sempre ho detto mi fa piacere di fare questa conferenza stampa perché non parlo tanto. E’ un’opportunità per chiarire tutto. Sul titolo… Noi impariamo tutti i giorni, nell’ultima conferenza mi hanno chiesto un voto e non lo devo fare più perché sono stato interpretato male (rde, ndr), domani vedrò i titoli. Offerte? Preferisco non parlarne. Sappiamo che nel calcio i giocatori che hanno più rendimento che hanno offerte maggiori. La cosa più importante è che nelle ultime tre finestre di mercato siamo riusciti a tenere i giocatori più importanti a Roma. Non voglio dire numeri, ma sono soddisfatto che i migliori sono rimasti qui. Retroscena? Il mercato è sempre pieno. Nel futuro magari ne avremo la possibilità, ma ho sempre paura di parlare di queste cose. In Italia continua ad essere un momento per imparare, cerco di essere sempre metodico e ci sono delle storie che un giorno racconterò ma non è il momento.
Tra i pilastri del futuro c’è anche Zaniolo? Come tempistica il rinnovo sarà tra i primi?
Ricordo che una settimana dopo la fine del mercato estivo la conversazione era la stessa. C’erano 6-7 giocatori che dovevo rinnovare. Questo è il momento del collettivo, di tutti noi che nei prossimi 4 mesi dobbiamo aiutare mister e giocatori per portare a casa risultati. Non è il momento di parlare di mercato estivo e rinnovi. Questo è il momento di lottare per le tre competizioni in cui, secondo me, abbiamo le possibilità di fare una bella stagione.
Questo mercato ha accorciato le distanze della Roma dalla Champions?
Si, io credo che in tutte le finestre di mercato l’obiettivo principale è quello di migliorare la squadra, di farla diventare più forte, equilibrata e coesa. Abbiamo portato a casa due ragazzi che subito hanno avuto un impatto sulla squadra e trovare i progetti giusti per i ragazzi che non giocavano tanto. Il mercato tante volte è capire quello che manca alla squadra e vedere se siamo capaci di prendere giocatori che abbiano subito rendimento. Con umiltà a fine novembre e dicembre abbiamo fatto un buon lavoro con scouting e mister per capire qual erano le mancanze all’interno della squadra, quali erano i ruoli da rinforzare e quali erano i profili che noi volevamo prendere. Abbiamo fatto un lavoro veloce e per fortuna i ragazzi sono arrivati e hanno migliorato subito la squadra. E’ evidente, anche il mister l’ha detto.
C’è la voglia di riscattarli a giugno?
Abbiamo tempo per pensarci.
Sono stati fatti due prestiti, uno con riscatto e uno secco. Come pensa la Roma di risolvere questo problema per la prossima sessione? Si cederanno titolari o si seguirà questa linea?
Una delle cose più belle di questo progetto è il modo allineato con cui lavoriamo. Abbiamo una proprietà che ci è sempre vicino, un allenatore che è come un direttore di orchestra, uno dei migliori del mondo. Il nostro lavoro è unire tutti questi pezzi tra finanze, strategia e parte calcistica. Non ho paura del futuro. Credo che noi in tutte le aree stiamo facendo un lavoro giusto per far sì che la Roma diventi più forte, anche dal punto di vista economico, e faremo quello che abbiamo fatto fino ad adesso e la rosa a settembre sarà più forte. Cessione titolari? Riflette quello che è il calcio, sono scelte, sempre per migliorare la squadra, al di la di quello che prendiamo e quello che vendiamo. Si possono fare anche le due cose per far diventare la Roma più forte. Abbiamo obiettivi sportivi e la prossima finestra di mercato faremo questo.
Voto più alto per mercato in entrata o in uscita?
Non faccio voti. Credo che nelle entrate siamo stati veloci a fare quello che dovevamo fare. Siamo stati molto pratici a capire quello che dovevamo prendere, con le condizioni che avevamo per fare le cose. Gli obiettivi sono stati presi. Nelle uscite, quando i giocatori non giocano abbiamo tre obiettivi per le uscite: far diventare la squadra più compatta, più coesa, con meno giocatori ma con un ambiente più coeso, poi cercare il progetto giusto per i ragazzi e recuperare valore e il terzo fare un bilancio di quello che risparmiamo e spendiamo per rinforzare la squadra. Anche nelle uscite abbiamo fatto quello che dovevamo fare, forse c’è un giocatore con cui potevamo fare diversamente.
Diawara ha bloccato il mercato? Più vicino tra Kamara, Grillitsch, Nandez, Zakaria…
Diawara non ha bloccato niente. Il calcio è come un matrimonio (ride, ndr). Se tutte le parti non hanno voglia le cose non si fanno. Non è vero che un terzo acquisto non è venuto perchè Diawara non è andato via. Il 12 gennaio è arrivato Oliveira e io e il mio staff abbiamo detto che sostanzialmente il mercato era chiuso. Poi nessuno può dire che al 100% sia chiuso, perché ci sono 15 giorni epuò succedere qualcosa per cui noi dobiamo reagire. Ad agosto non mi aspettavo di venire qua con Tammy (Abraham, ndr). Non abbiamo detto che il mercato era chiuso al 100% perché non siamo pazzi ma abbiamo detto che con Sergio Oliveira il mercato è sostanzialmente chiuso. Poi qualcuno di voi ha detto: Danilo, Joao Moutinho, Grillitsch, Xhaka, Kamara. Moutinho, per quello che ho capito, è stato uno scherzo del social media che ha alimentato le notizie dei giornali. Qualcuno si lamenta che Tiago Pinto non parla, non dice niente di mercato, non risponde ai giornalisti, l’ufficio stampa non parla. Abbiamo trovato una strategia di dire se c’è qualcosa, se non c’è qualcosa. Tutti questi non sono mai stati trattati. E’ tutta una bugia, anche Kamara. Un giorno potrò anche spiegare il dossier Kamara, ora non lo posso fare, in futuro capiranno meglio. Quello che mi dispiace, non voglio essere arrogante, è che tutti questi ragazzi di cui si è parlato, che non hanno mai avuto una trattativa e non hanno mai avuto una proposta, e avete detto che sono obiettivi sfumati. Non ho mai parlato di questi ragazzi. Abbiamo detto tutti i giorni che non è vero, alla fine non siamo riusciti a prenderli, mi dispiace ma non posso fare niente.
C’era anche Zakaria?
Questo è diverso (ride, ndr). Dimostra che dico la verità. Quando tu cerchi di prendere un calciatore ci sono tanti fattori che influenzano la decisione, non è solo il rapporto con il club. E’ il calciatore, il contratto, tante cose. Non voglio commentare il caso specifico di Zakaria che è andato alla Juventus. E’ vero che era un giocatore che il nostro scouting seguiva. Quello che si può dire è che lo scouting lavora bene, magari il direttore sportivo è scarso ma lo scouting lavora bene (ride, ndr).
Preoccupati per la ricompera del Chelsea su Abraham?
Esiste, ma non siamo preoccupati. E’ dal 2023, ma non sono minimamente preoccupato. Sono felice perchè sta giocando bene e ha rendimento, ma come ha detto il mister anche lui può far meglio, può diventare più forte individualmente e in modo collettivo. Ma per un attaccante in Italia, e voi sapete com’è il primo anno per un attaccante in Italia, credo che sta facendo molto bene, ma non mi preoccupa il diritto di ricompera del Chelsea.
La Juventus diventa più pericolosa nella rincorsa al quarto posto. Rispetto all’inizio fate meno attenzione agli algoritmi e lavorate di più con l’allenatore?
Mi devo concentrare sul mio lavoro e non tanto su quello che fanno le altre squadre. Devo pensare al nostro mercato e a quello di cui abbiamo bisogno, alle nostre strategie, è chiaro che non giochiamo da soli e dobbiamo essere sempre attenti a quello che fanno gli altri, anche se non perdo tempo per vedere ciò che fanno gli altri. Algoritmo? Non capisco da dove è nata questa cosa. Adesso anche al Genoa si parla dell’algoritmo. Oggi nel calcio abbiamo un rischio molto grande che è prendere un calciatore sbagliato. Spendere soldi e poi manca il rendimento. Quello che cerchiamo di fare con i ragazzi dello scouting, con l’allenatore, con le informazioni che cerchiamo di status, di informazioni sociali, è ridurre il massimo possibile il rischio. Mai abbiamo preso un calciatore per un algoritmo. El Shaarawy e Rui Patricio non hanno bisogno di un algoritmo. Reynolds nemmeno, può essere una scelta sbagliata da parte del direttore sportivo. Non è un algoritmo. Quello che devo fare come direttore sportivo è avere più informazioni possibili per prendere la scelta giusta. Non possiamo avere un computer dove c’è un algoritmo che ti dice “Prendi questo, prendi quello” ma non possiamo dimenticare che i dati gestiti dalle persone dello scouting e lo staff tecnico sono importanti anche per Mourinho. Lo staff tecnico ora non è come 20 anni fa. Ma non possiamo creare l’idea, almeno a Roma, che prendiamo questo allenatore o questo calciatore perché ci ha detto l’algoritmo di fare così. E quando le cose vanno bene o male non è colpa dell’algoritmo, è colpa mia.
Nel mercato aiutano molto i contatti diretti. La Roma in questo senso come è messa? E’ una società che in un ambito di mercato trova porte aperte? Più difficile rispetto al Benfica?
E’ diverso. L’esempio della Juventus te lo posso fare in maniera diversa anche. Quando sono arrivato qua Pau Lopez era in panchina, giocava Mirante. Magari aveva un valore di mercato pari a 0. Poi ha giocato, ha recuperato fiducia ma si è infortunato. Poi ho bussato alla porta del Marsiglia vedendo che era il progetto giusto per Pou Lopez. Sei mesi dopo ha portato 12 milioni di euro. Under ha fatto 200 minuti in Premier League e con l’ingaggio che ha, ha trovato la squadra giusta e ha portato 8,4 milioni di euro. Coric e Bianda oggi almeno giocano, Kluivert anche e bene. Io parlo con tutti i club. La Roma è un’istituzione molto grande con un potere molto grande. Se non mi aprono la porta lo fanno con la Roma sicuramente.
Può garantire che Zaniolo il prossimo anno giocherà nella Roma?
Non lo può garantire nessuno.
Come mai in due sessioni di mercato non è arrivato il regista? Può arrivare nella prossima?
Se non sbaglio Mourinho ha detto che “il mercato non è chiuso ma non mi aspetto più nessuno”. Secondo me il mercato estivo è molto lontano e quando per voi finisce il mercato per noi inizia un’altra stagione. Una stagione dove tutti noi abbiamo la testa dove deve stare, in campo e nel migliorare tutto quello che dobbiamo migliorare. Riprendendo la metafora del direttore d’orchestra, questo è il momento in cui abbiamo portato musicisti all’orchestra, adesso è il tempo di migliorare gli strumenti, l’organizzazione dei musicisti e andare avanti per creare la sinfonia che tutti i tifosi della Roma meritano. Per il mercato estivo, nei prossimi mesi dobbiamo capire,con la proprietà e Mourinho, quello che vogliamo fare per far diventare più forte la Roma.
Si aspettava che a gennaio ci fossero tutti questi colpi di mercato così onerosi?
E’ vero che ci sono state trattative onerose, ma è anche vero che sono state molto circoscritte. Oltre al tema economico c’è anche quello sportivo. Ci sono dei club che quando hanno dei problemi devono reagire. Dopo il Covid, come società, stiamo imparando a vivere col virus. In Inghilterra il pubblico non si è fermato più e aspettiamo che il mercato riparta. Non ti posso dire che qualcosa mi ha sorpreso perchè sorprese ce ne sono sempre. Aspettavo che potesse movimentarsi qualcosa ma credo che nelle prossime finestre di mercato torneremo un po’ alla normalità. Secondo me non tornerà mai a 3-4 anni fa quando ci sono stati Neymar, Courinho, Dembele. Oggi siamo tutti un po’ equilibrati nella gestione economica nel calcio.