Il Messaggero (E.Panarella) – Roma finisce sotto scorta con l’arrivo del presidente americano, Donald Trump. Ma ci rimarrà ancora per molto tempo. Nelle ultime ore, infatti, sono stati rafforzati tutti i servizi di vigilanza e sicurezza. Le misure, già elevate dopo gli attacchi terroristici di Parigi e Londra, sono state ulteriormente inasprite dopo l’attentato (con 22 morti e più di cento feriti) al concerto della popstar americana Ariana Grande, alla Manchester Arena. «L’attenzione rimane altissima ma il livello della minaccia non cambia per l’Italia». Spiegano dal Viminale dopo la riunione del Comitato antiterrorismo, convocato d’urgenza ieri dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, a poche ore dall’arrivo di Trump e a pochi giorni dall’inizio del vertice del G7 a Taormina. Ma è nella Capitale che si registra il massimo dell’impegno nella prevenzione antiterrorismo. In campo tiratori scelti, artificieri e squadre speciali. Uomini accuratamente selezionati per contrastare l’Isis, come le Aliquote primo intervento (Api), e le Squadre operative di supporto (Sos) dell’Arma dei Carabinieri. Da tempo nel nostro Paese vige l’allerta 2, il livello che precede immediatamente quello dell’attacco in corso. Per questo il ministro Minniti ha chiesto di «tenere elevato il livello di vigilanza, rafforzando le misure a protezione degli obiettivi ritenuti più a rischio, nonché verso i luoghi che registrano particolare affluenza e aggregazione di persone». Massima attenzione dunque per i grandi eventi in programma nei prossimi giorni a Roma. Tra le occasioni a grande partecipazione il concerto Mtv Awards sabato sera a piazza del Popolo; domenica Roma-Genoa all’Olimpico, con il saluto dei giallorossi al capitano Francesco Totti, in campo per l’ultima volta; le cerimonie del 2 giugno e un evento per la Pentecoste il 4 giugno al Circo Massimo a cui parteciperà il Papa.
DISPOSITIVI ANTIESPLOSIVO – Durante la riunione in Viminale sono state riviste le disposizioni già in atto, con Roma completamente blindata. E si è deciso soprattutto di rafforzare le misure di sicurezza nelle manifestazioni pubbliche. Una circolare di alcuni mesi fa, del capo della polizia Franco Gabrielli, aveva già previsto la chiusura delle strade che portano ai luoghi di concerti, incontri di calcio, rappresentazioni e l’utilizzo dei metal detector e dispositivi antiesplosivo agli ingressi. Resta comunque valido il piano coordinato tra le centrali operative della polizia e dei carabinieri, che in sinergia cercheranno di garantire maggior controllo a partire dalle periferie, solitamente più svantaggiate. Il centro storico resta sorvegliato speciale, soprattutto nella zona del Tridente, tra Pantheon, piazza Navona, piazza Risorgimento, fontana di Trevi, piazza del Popolo, piazza di Spagna, anche grazie all’impiego di militari che contribuiscono ancora al presidio delle aree più a rischio. Altra misura messa in atto già durante il Giubileo e che resta tuttora valida è quella del servizio di sicurezza nell’area di San Pietro, con la pedonalizzazione di via della Conciliazione e i relativi controlli con metal detector e rapiscan per i fedeli che accedono alla piazza. Nel lungo elenco degli obiettivi sorvegliati speciali figurano ovviamente sedi istituzionali, ambasciate, luoghi di culto, porti, aeroporti, stazioni, metropolitane, terminal bus. Ma anche piazze, centri commerciali, stadi, discoteche, cinema, ristoranti, feste patronali o un lungomare pieno di gente.
PROVVEDIMENTI Ma è il gesto inaspettato che fa più paura. Proprio la sempre maggiore imprevedibilità del modus operandi dei terroristi – da quelli fai da te alle cellule più strutturate – è stata più volte sottolineata da Minniti. Nulla però è lasciato al caso e l’apparato della sicurezza messo già a dura prova durante il Giubileo lo ha dimostrato. Gli 007 valutano «con estrema attenzione i crescenti segnali di consenso verso l’ideologia jihadista emersi nei circuiti radicali on-line, frequentati da soggetti residenti in Italia». Si tratta di individui molto giovani, generalmente privi di uno specifico background, facilmente condizionati da figure carismatiche e resi più recettivi al credo jihadista. Con la passione per gli ambienti della micro delinquenza, dello spaccio. Che poco masticano di religione e che nulla hanno a che fare con la fede islamica.