Leggo (E. De Franceschi) – Nuovi scandali, nuove bufere, nuove inchieste. Il mondo del calcio trema ancora. La Procura antimafia di Catanzaro nell’ambito dell’operazione Dirty Soccer ha arrestato in tutta Italia 50 persone tra calciatori, presidenti di società sportive, dirigenti, allenatori, direttori generali e 10 “finanziatori” che truccavano le partite di Lega Pro (l’ex serie C) e di Serie D, 28 in totale. Non solo: Antitrust e Finanza indagano sulla spartizione dei diritti del calcio in tv dal 2015 al 2018 con ispezioni nelle sedi di Lega, Infront, Sky, Rti, Mediaset (che ha parlato di «assegnazione regolare»).
E rispunta il nome del presidente della Lazio, Lotito, citato a sua insaputa da dirigenti di serie C. «Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti… in mano a Lotito, che li ricatta». Lo dice al telefono con il direttore sportivo de L’Aquila Ercole Di Nicola, Vittorio Galigani, ex ds di diverse squadre. Tavecchio e la Figc si dicono «parte lesa», da più parti si leva il coro: «Mai più scommesse in Lega Pro e D». E la procura sportiva ha già chiesto gli atti.
«Serve chiarezza sulla vicenda dei diritti tv e che ci sia equità», sottolinea il premier Matteo Renzi. Che poi ha aggiunto: «Propongo un patto: si faccia un intervento sugli stadi, si diano stadi di proprietà e si torni allo stadio con le famiglie. All’estero non c’è un poliziotto, c’è tranquillità». Un assist ad un mondo del calcio sempre più in fuorigioco.