La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Il corteggiamento è arte antica, che comporta tempi lunghi e dialettica vivace. Lo sa bene Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio, che spera sì di prolungare il matrimonio con Antonio Conte fino al Mondiale 2018 , ma sa bene come per farlo adesso non occorra fretta bensì pazienza. Lanciando però uno slogan che dà idea anche di un futuro diverso: «Siamo servi di tutti, ma schiavi di nessuno».
TUTTO A MAGGIO – «Solo nel calcio si pensa a rinnovare i contratti molto prima delle scadenze – spiega –. Con Antonio tratteremo l’argomento uno-due mesi prima, perché non è detto che chi ha in mente di cambiare non si comporti bene. C’è la massima collaborazione e noi abbiamo la speranza di tenerlo con noi. La Nazionale è il posto migliore. Ho letto aggettivi come “freddo” o ”gelo” fra di noi, ma è falso. Invece c’è un caldo in stile Caraibi. Oggi per esempio eravamo a pranzo insieme. Siamo diventati amici per la pelle, perché abbiamo percorso insieme strade in salita, mettendo le nostre posizioni personali dietro di tutto».
Tavecchio, poi, sa bene come il contratto Figc, intorno ai 4 milioni, ormai è quasi all’altezza dei top club e così aggiunge astuto: «Il calcio non sta andando verso una stagione di grandi compensi. Se i costi gestionali non saranno collegati ai bilanci, il calcio non si salva. In Nazionale il rapporto è fiduciario, ancorché oneroso. Se Conte resta, non ci possono essere alternative, è la soluzione migliore. E poi resta vivo il discorso “cantera azzurra”, ma per costruirla ci vuole tempo e un grande leader. E Conte è il responsabile di tutte le Nazionali azzurre, quindi speriamo in bene».
SIRENE – Tavecchio poi sottolinea le ambizioni: «Partiamo per vincere sempre tutto, non per arrivare secondi. Certo, c’è il problema del ranking, ma porteremo in tutte le sedi la proposta di rivisitazione dei parametri, tenendo in considerazione i 4 Mondiali vinti». Ma al momento il chiodo fisso è la permanenza del dubbioso Conte, per cui cantano in Italia le sirene di Roma, Milan e Napoli (ovviamente in caso di annata flop) e all’estero quelle di Chelsea e Psg. L’Italia però, forte del contratto ancora lungo con la Puma, si potrà permettere ancor scelte di primo livello, e i nomi di Capello, Ancelotti e (in misura inferiore) Spalletti rimbalzano forte.
Occhio però a un altro tema. La Serie A finirà il 15 maggio e per preparare al meglio l’Europeo, il c.t. vorrebbe che la finale Coppa Italia non fosse disputata dopo questa data. Dipenderà dalla forza che avrà la Figc nel trattare con la Lega. E non è neppure escluso che anche l’esito di questa battaglia possa influire sul suo futuro azzurro.