IL FATTO QUOTIDIANO (M. PIOLA) – Un innocuo strumento di autodifesa per la polizia o una pericolosa arma che pub provocare l’arresto cardiaco della persona sottoposta alla scossa? Una risposta univoca non c’è eppure, da ieri, lo storditore elettrico è (quasi) entrato nella dotazione delle forze dell’ordine di vigilanza negli stadi italiani. La commissione Giustizia e Affari costituzionali della Camera ha approvato un emendamento al decreto stadi che prevede l’avvio della sperimentazione della pistola elettrica. Ora sarà l’aula a dover dire l’ultimo sì’. La proposta per introdurre il controverso strumento anche in Italia è stata avanzata dal deputato di Forza Italia Gregorio Fontana ed è stata votata dai partiti di maggioranza, Partito democratico compreso. La pistola “produce una scarica elettrica che rende la persona colpita inoffensiva per alcuni secondi” facilitando così l’operato delle forze dell’ordine, è la versione ufficiale dell’azienda e di Fontana. Di tutt’altro avviso Sel e Movimento 5Stelle, che accusano il governo di trovare i soldi per le pistole elettriche ma non per gli stipendi degli agenti.
IL TASER È UN’ARMA da difesa che le enciclopedie di settore classificano come non letale. In passato perb non sono mancati i casi in cui qualcuno, di regola persone deboli di cuore, hanno perso la vita dopo essere state sottoposte a una scarica. Il Taser nasce come evoluzione del manganello elettrico. A brevettarlo è stato, nel 1969, il ricercatore della Nasa John Cover. La pistola elettrica lancia due dardi che colpiscono il corpo o il vestiario del bersaglio provocando una scarica da 50 mila Volt. L’elettricità arriva alla muscolatura, immobilizzandola. La persona colpita cade a terra per le contrazioni e rimane in posizione fetale. Il costo di un Taser – oggi già acquistabile dai cittadini muniti di porto d’armi – si aggira sui 500 euro per i modelli più sofisticati, quelli a forma di pistola e con puntatore laser. Per le evoluzioni meno raffinate, quelle a forma di scatola, il costo è circa la metà. Il primo utilizzo su larga scala di pistole elettriche avvenne negli Stati Uniti, Paese nel quale è ancora oggi largamente impiegato dalle forze di polizia. La questione aperta è se le pistole elettriche siano davvero pericolose. Ovviamente la società che le produce, la Taser International, ha smentito in varie occasioni che l’arma possa rivelarsi fatale. Di tutt’altro avviso l’Onu che, nel 2007, le equiparb a una forma di tortura. Ma l’avversarlo più irriducibile dello storditore elettrico è Amnesty International che, negli anni scorsi ha sollecitato più volte il Congresso americano chiedendone la messa al bando. Secondo i rapporti di Amnesty oltre 500 persone avrebbero perso la vita negli Usa dal 2001 al 2012 dopo essere state colpite da una scossa elettrica durante l’arresto o, più raramente, in prigione. Non di rado i casi di decesso successivi a una scarica elettrica di Taser sono finiti sulle cronache di mezzo mondo. Nel 2006, Ryan Wilson un 22enne americano morì per una scarica sparata al termine di un inseguimento. Nell’ottobre 2007 in Canada un cittadino polacco morì, terzo in pochi mesi, per arresto cardiaco sopraggiunto in seguito a una scarica di Taser. Ma la vicenda che ha creato più scalpore risale al 2013, quando a Miami la polizia ha sparato una scarica addosso a un writer appena 18enne: Israel Hernandez-Llach.
LA SUA UNICA COLPA era quella di ridipingere un vecchio fast-food abbandonato. Una volta notata la polizia il ragazzo ha cominciato a correre. Raggiunto dalla scossa, è crollato a terra ed è morto. Una fine che scatenb un’ondata di proteste e polemiche in tutti gli Usa. Sempre ieri è stato deciso l’avvio di una sperimentazione di microcamere sulle divise degli agenti dei reparti mobili di Torino, Milano, Roma e Napoli. La prima occasione potrebbe essere il vertice Bce in programma domani a Napoli.