Corriere dello Sport (R.Maida) – E’ una gioia compressa. Lorenzo Pellegrini vive il primo lunedì da stella romanista dentro a un bendaggio rigido arrotolato sul polpaccio destro, che ha fatto improvvisamente crac. Un infortunio strano, perché silente fino a ieri mattina quando il giocatore ha raggiunto il ritiro della Nazionale e sentito un fastidio. C’è un edema, che è il sintomo di una lesione. La Roma ovviamente spera che non gli impedisca di giocare contro il Napoli alla ripresa, visto che a centrocampo pure De Rossi e Strootman sono acciaccati.
ESPLOSIONE – Ma la domenica di San Siro abbellita dalla grande partita contro il Milan resterà nel suo bagaglio virtuale, forse per sempre perché può segnare una svolta definitiva nella carriera. Nelle percezioni della gente, soprattutto: fino a due giorni fa Pellegrini era un giovane aitante che aspettava con pazienza di affacciarsi nel mondo dei grandi. Da ora in poi, è un centrocampista della Roma. Un titolare della Roma. Da apprendista di Strootman è diventato un concorrente, di Strootman, con quella sostituzione del primo tempo che sapeva tanto di passaggio di testimone tra due campioni.
CRESCITA – Intanto Pellegrini, dopo una settimana resa difficile dalla febbre e meravigliosa dal weekend, ha già fatto un grande salto consistente nelle valutazioni del mercato: secondo uno studio del Cies, l’osservatorio Fifa specializzato sui calciatori professionisti, ha visto crescere il prezzo teorico del cartellino di 21,9 milioni di euro negli ultimi 3 mesi. Se a giugno valeva 25,5 – anche se la Roma grazie agli accordi con il Sassuolo lo ha ricomprato per 10 – adesso è salito a 47,4. Naturalmente sono stime virtuali, come quelle dei quadri o delle sculture. Ma già che se ne parli, significa che Pellegrini si sta trasformando in una piccola opera d’arte.
PARAGONE – Nemmeno Marco Tardelli alla sua età era così forte, così avanti. Anzi nei numeri il confronto premia il rampollo della Roma: a 21 anni e 3 mesi, quanti ne ha oggi Pellegrini, Tardelli non aveva ancora debuttato in Nazionale e aveva toccato quota 8 presenze in Serie A con il Como. Invece Pellegrini ha già superato le 50 in A, impreziosite da 9 reti che per un centrocampista non sono poche, e apprezzato l’emozione del debutto in azzurro a giugno contro il Liechtenstein. Tardelli da parte sua ha esordito con l’Italia nell’aprile del 1976 e ha giocato il primo Mondiale due anno dopo in Argentina. Pellegrini conta di precederlo partecipando alla spedizione russa del prossimo anno.
IL PARERE – Tardelli non è sorpreso né stizzito per l’accostamento: «E’ un paragone che ci può stare. In comune abbiamo la capacità di infilarci nella profondità per sfruttare la nostra pericolosità offensiva. Magari io avevo una maggiore predisposizione alla fase di non possesso, ero più un centrocampista “rompi e riparti”. E quando segnavo, urlavo di più… Però per il resto siamo calciatori simili. Da tempo dico che Pellegrini è un ottimo calciatore». Per niente inferiore a Strootman: «In questo momento mi sembra insostituibile nella Roma, così come Nainggolan, proprio per le sue caratteristiche di gioco verticale che servono a Di Francesco. Sono convinto che farà molto bene anche in Nazionale, perché no già al prossimo Mondiale». E su Di Francesco aggiunge: «Con me sfondate una porta aperta. Eusebio ha dimostrato già a Sassuolo di essere un bravo allenatore ma alla Roma sta smentendo tutti i pregiudizi, come si è visto a San Siro. La Roma è stata sottovalutata in estate come pretendente allo scudetto essenzialmente a causa del cambio in panchina».