Corriere dello Sport (U. Trani) – È come se la sua annata non fosse ancora cominciata. La Roma, Mourinho, i tifosi: tutti aspettano Abraham. Anche l’Italia e l’Europa, dopo i numeri che hanno accompagnato Tammy nella scorsa stagione. La sua prima in Italia. Fantastica: 27 gol. Pesanti anche i 9 in Conference League, dove è stato vice capocannoniere e quindi fondamentale per arrivare alla finale e portarsi a casa il trofeo. In più anche un gol in Coppa Italia e 5 assist. Oggi, però, sembra un altro.
Irriconoscibile nelle prestazioni e nelle giocate. E al momento di finalizzare. Solo 2 reti, sempre in trasferta. Comunque utilissime per il pari all’Allianz arena contro la Juve e per la vittoria al Castellani contro l’Empoli. Pure 2 assist. Ma si è fermato in Toscana, la notte del 17 settembre. A digiuno, dunque, da un mese. Mou, come si vede dalle presenze stagionali, non lo ha mai scaricato. Dentro in 12 partite su 13, in 9 dall’inizio.
Ma da un paio di settimane qualche dubbio è venuto anche a José che lo ha escluso dalla formazione titolare nelle ultime due gare di campionato, a San Siro contro l’Inter e all’Olimpico contro il Lecce. Adesso è in bilico pure per la partita di domani pomeriggio a Marassi contro la Sampdoria.
Il paradosso è che durante l’estate la tifoseria ha manifestato la sua preoccupazione sul futuro di Abraham. Il Chelsea, alla fine della stagione, si può riprendere il centravanti versando 80 milioni al club giallorosso. Adesso nessuno ne parla più. Perché vedono Tammy sbagliare ogni stop, arrivare spesso in ritardo davanti alla porta e papparsi gol che l’anno scorso avrebbe segnato a occhi chiusi.
Niente da dire sul comportamento. Sull’impegno. L’inglese corre e combatte. Ma non entra in partita. Abraham non vede la porta. Ma più che ritrovare il centravanti spietato, c’è da andare a cercare il protagonista positivo della stagione passata. Il ragazzo con il sorriso, trascinatore e realizzatore.