Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Atalanta e Roma è la partita dei tanti ex. Zappaccosta e Toloi da una parte, Mancini, Ibanez e Cristante (con Spinazzola ai box) dall’altra. Ce ne sarebbe potuto essere anche un altro, Karsdorp, poi un giocatore che in estate poteva finire all’Atalanta invece di vestire la maglia giallorossa.
Quel Tammy Abraham a lungo trattato dalla società bergamasca e poi sbarcato nella Capitale. L’Atalanta infatti stava cercando un centravanti capace di sostituire nel migliore dei modi Duvan Zapata che era in orbita Inter, a sua volta alla ricerca del sostituto di Lukaku.
La trattativa con il Chelsea, però, non è mai stata vicina alla chiusura: i bergamaschi erano arrivati ad offrire circa venti milioni, i blues ne chiedevano il doppio. Adesso il centravanti della Roma è pronto a scendere sul campo del Gewiss Stadium con la voglia di stupire e soprattutto di segnare un gol che per lui sarebbe una vera e propria liberazione.
Le quattro reti realizzate in campionato gridano vendetta, soprattuto vedendo il grande lavoro di Abraham in ogni singola partita: corre dal primo all’ultimo minuto, aiuta i reparti, si allarga per permettere l’inserimento dei centrocampisti, gioca di sponda e si rende pericoloso. Cosa gli è mancato? Un po’ di cinismo, una mira leggermente più precisa ma anche un pizzico di fortuna che non guasta mai. Perché a gridar vendetta più delle sue quattro reti sono gli otto pali che ha colpito in questa stagione.