Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Grande è la confusione sotto il cielo del calcio ai tempi del Coronavirus e la Roma si trova in mezzo a tante domande e poche risposte. La più drammatica è come far tornare i conti con spese che rischiano di restare uguali e profitti che calano a picco. Per il futuro si è fissato il tetto massimo degli ingaggi a 3 milioni, ma non basta. Quelli da pagare sono troppo onerosi, a partire dagli 8,8 lordi di Edin Dzeko, il più pagato. Forse ancora più pesanti, visto l’uso che ne fa Fonseca, sono i 7,9 a Pastore (4,5 netti) fino al 2023. A quota 3 milioni netti ci sono Spinazzola, Veretout, Florenzi, Perotti e Kolarov più i prestiti di Smalling, Mkhitaryan e Kalinic, tutti e tre in scadenza il 30 giugno. Tre le ipotesi per il club giallorosso, in ordine decrescente di possibilità: una spalmatura degli ingaggi, un taglio accettato dal giocatore, il cartellino gratuito offerto dal club. Non si può pensare di andare al muro contro muro, visto che i contratti sono stati firmati, ma solo cercare una strada comune nell’emergenza che ha travolto tutto il mondo.