La Gazzetta Dello Sport (C.Zucchelli) – Che Wojciech Szczesny sia un personaggio particolare è risaputo, per averne conferma basterebbe vedere i video pubblicati dalla moglie Marina in cui lui, a Singapore, si ferma a firmare autografi a un gruppo di giapponesi che lo hanno riconosciuto. La faccia che il portiere polacco fa quando questi ragazzi tirano fuori dalla valigia un pacco enorme di sue foto è impagabile, così come, per Spalletti, sarebbe impagabile trattenerlo a Roma anche in futuro. Il tecnico vorrebbe affidargli il posto da titolare per i prossimi 10 anni, almeno, e a Szczesny stesso non dispiacerebbe restare. Difficile, però, che l’Arsenal scenda dalla sua richiesta di, almeno, 15 milioni, altrettanto difficile che la Roma li investa, avendo Alisson che preme, ma se addio sarà, a giugno, almeno che sia col sorriso. In fondo, dice Szczesny a Roma Tv , «la squadra ha un ottimo potenziale e possiamo guardare al futuro con fiducia. C’è un’ottima base su cui costruire e il prossimo anno sarà ancora migliore».
CHI C’ERA E CHI C’È – A Roma lo ha voluto Sabatini, al netto delle sigarette (Szczesny se ne concede qualcuna, ma mai come Walter «che fuma come ciminiera»), una persona a cui è legatissimo: «Il suo addio non è stato facile da digerire, ha dato tanto alla società. E pure Garcia». Il portiere polacco parla benissimo del francese, ma le differenze che sottolinea con Spalletti raccontano tanto, se non tutto, sul perché le cose siano finite male: «Spalletti ha portato subito disciplina nella squadra. Rudi era più un amico, una figura paterna con i giocatori. Spalletti è molto duro, pretende disciplina, tutto deve essere fatto come dice lui e riesce a ottenere i risultati. È arrivato in un momento molto difficile, quando non riuscivamo a vincere. Ha cambiato radicalmente le cose e credo sia un bravissimo allenatore».
DERBY SÌ, JUVE NO – Altre pillole sparse: «I tifosi sono fantastici, anche se non vengono allo stadio per i motivi che sappiamo giochiamo anche per loro» e poi, a proposito del derby: «Vincendoli tutti e due abbiamo dimostrato qual è la squadra più forte della città». Impossibile non chiudere sulla Juve, la grande rivale del 2016 e anche del 2017: «Abbiamo giocato bene ma siamo tornati a casa con zero punti – ammette Szczesny –. Questa è stata la cosa peggiore perché siamo una grande squadra e dobbiamo andare in quegli stadi per cercare di fare sempre risultato».