Wojciech Szczesny, portiere polacco della Roma, è stato intervistato questa mattina da Roma Radio. Ecco le sue parole all’emittente:
Davvero pensi che Rudiger sia uno dei migliori difensori degli ultimi 50 anni?
Confermo, l’ho detto in tempi non sospetti, tre mesi fa, le sue prestazioni mi stanno dando ragione.
Quando hai deciso di fare il portiere? Da bambino?
No, no. Nessuno da bambino vorrebbe fare il portiere. Ho iniziato a giocare a calcio a 7 anni, facevo l’attaccante, ma sono la cosa più lontana possibile da un attaccante. Il mio allenatore mi spostò subito in porta. Mio padre era portiere, quindi ho continuato la tradizione.
Perché i portieri sono matti?
Dico che siamo matti perché giochiamo in porta e che giochiamo in porta perché siamo matti. Un mio compagno di nazionale diceva “Qualcuno che vuole essere colpito dalla palla, tuffarsi 200 volte al giorno ed annoiarsi non può che essere matto”. Ormai è finita l’epoca dei portieri matti. Siamo più calmi.
Roma e Arsenal si somigliano?
Probabilmente da un punto di vista calcistico è vero. Sono due buone squadre. E’ difficile fare paragoni tra due campionati così diversi. Entrambe hanno avuto una stagione buona, ma spero che il prossimo anno riescano a vincere in Premier e in Serie A.
Ti piacerebbe restare? Qui ti trovi bene?
Per me il calcio è al primo posto nella vita, se le cose nel calcio vanno bene, tutto va bene. Ho la fiducia del club, del mister, dei tifosi e di tutti, gioco tutte le domeniche, le cose non possono che non funzionare al meglio. Vediamo che succede in futuro.
Chi è il più ‘matto’ nello spogliatoio?
Radja. Nainggolan. Nainggolan. Nainggolan. Probabilmente anche io me la gioco, ma sono di gran lunga inferiore a lui, al suo cospetto sono calmo, tranquillo, serio e non sorrido mai.
Domenica arriva il derby…
Si sente che è una partita speciale. Arriviamo nelle migliori condizioni possibili, abbiamo soltanto una cosa sola in testa che è la vittoria. Per i tifosi vale più di tre punti, ma in palio ci sono tre punti e per far sì che i tifosi siano felici dobbiamo conquistare i tre punti. Abbiamo un solo obiettivo che è la vittoria, la Lazio è una buona squadra ma noi siamo in un ottimo momento.
Qualche settimana fa c’è stato un siparietto con Spalletti che ti ha detto di metterti gli occhiali…
La situazione era particolare. Quando è entrato Dzeko il mister mi ha chiesto di lanciare lungo per lui, ho fatto cinque lanci, quattro bene, mentre uno di questi era fuori misura e il mister si è fatto sentire forte e chiaro. Da quel momento mi sono impaurito, avevo paura di affrontarlo negli spogliatoi. Può sembrare divertente ma è significativo, il mister non accetta errori dentro e fuori dal campo. Questo è quello che lo rende speciale e che ha fatto sì di far cambiare l’inerzia della stagione, di averci fatto vincere 8 gare consecutive, di pareggiare quella contro l’Inter che avremmo dovuto vincere. È proprio questo suo perfezionismo che sta facendo la differenza.