Leggo (F.Balzani) – Che non sarebbe stata una convivenza facile lo si poteva intuire già in estate. Ma il dualismo tra due portieri di carattere come Szczesny e Alisson ieri ha vissuto una giornata che di certo non placherà il malumore del brasiliano. «Sono io il titolare e sono sicuro del posto», ha detto con un sorriso sornione il polacco prima di scontrarsi con un giornalista nel ritiro della nazionale che gli chiedeva se soffrisse la concorrenza. «Dici che non gioco? Mi ha mai visto in panchina in una partita di campionato? Non ho giocato contro l’Astra Giurgiu come i tre quarti della squadra per non disputare una gara che era già vinta prima di essere giocata e per riposare. Perché non scrivi questo? Mi sento bene e sono sicuro del posto, non ho nessun problema». Parole che non hanno fatto sicuramente piacere ad Alisson che, come ha confermato il preparatore della Seleçao Taffarel, «pensava di essere titolare essendo un veterano e non può essere felice di fare il vice a Szczesny». Questa la risposta di Alisson: «Per me questa alternanza non è proprio un bene, in Brasile ero abituato a giocare con più costanza. L’allenatore non ha specificato che Szczesny sarebbe stato il portiere di Serie A e io quello dell’Europa League, ma nei fatti così è, e io sto cercando di lavorare al meglio. Nel calcio italiano c’è un ritmo diverso, che ho notato anche non giocando molto».
Se la competizione però dovesse bruscamente interrompersi il brasiliano si ritroverebbe fuori gioco col rischio di perdere anche il posto in nazionale con la quale in questi giorni affronterà Bolivia e Venezuela. Fiorentina e Bologna sono alla ricerca di un portiere, ma difficilmente la Roma dirà sì. Emblematica anche la situazione di Gerson che Spalletti ha bocciato sia nelle scelte di formazione sia nelle dichiarazioni. Il 19enne, pagato 17 milioni, ha giocato appena 71’ senza convincere il tecnico che ha dato il via libera alla cessione. Su di lui ci sono Empoli e Crotone anche se a Trigoria preferirebbe girare Gerson al Genoa nella trattativa per portare Rincon a Roma. L’avventura dell’ex talento del Fluminense quindi vivrà un nuovo capitolo tumultuoso dopo la gaffe per aver indossato la maglia numero 10 qualche giorno dopo il suo acquisto e il dietrofront del papà-procuratore a gennaio quando riportò il ragazzo in Brasile rifiutando il prestito al Frosinone.