La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Contro l’Anderlecht arrivò un pareggio, ma la Roma era già qualificata. Era il 2001 e nella moderna Champions League fu quella la prima volta che i giallorossi giocarono in casa l’ultima partita del girone. La formula era diversa da adesso, visto che anche nel secondo turno c’erano i gironi, ma quello che era uguale, oggi come 16 anni fa, era la voglia di provare a stupire in Europa. Non c’è riuscito Capello, ci è riuscito eccome Spalletti, che per due volte ha portato la Roma tra le prime otto, non ce l’ha fatta Garcia, ci sta provando Di Francesco, che martedì allo stadio Olimpico si gioca un passaggio del turno che, a settembre, sembrava quasi un miracolo.
CON GARCIA – La Roma è padrona del suo destino: se vince vola agli ottavi di finale, altrimenti deve aspettare i risultati delle altre, cioè Chelsea e Atletico Madrid. È successo così l’ultima volta che si è qualificata: era il 9 dicembre 2015, la squadra di Garcia pareggia 0-0 in casa con il Bate Borisov e va avanti grazie ai miracoli di Szczesny e al pareggio del Barcellona a Leverkusen. Il gioco non c’è. Di quella serata, surreale, restano solo i fischi dei tifosi all’annuncio del passaggio del turno. Ci aveva provato anche l’anno prima, sempre col francese in panchina, la Roma. All’Olimpico c’è il City, il Bayern Monaco segna col Cska Mosca, i giallorossi sanno che con lo 0-0 e la vittoria tedesca sono qualificati e smettono di giocare. Il Manchester invece pressa e vince per 2-0, mandando Totti e compagni in Europa League.
E CON SPALLETTI – Meglio, decisamente meglio, erano andate le cose nel periodo d’oro di Spalletti. Il primo, s’intende, visto che poi quando è tornato, nelle partite da dentro o fuori in Champions (Real e Porto) ha sempre fallito. Dieci anni fa, invece, la Roma nel suo stadio non ha sbagliato le occasioni decisive per il passaggio del turno: nel 2006 batte il Valencia, già primo, con un gol di Panucci (sarebbe bastato anche un pari) e se ne va agli ottavi; l’anno dopo il girone si chiude col pareggio con il Manchester ma la squadra si era già qualificata vincendo a Kiev, nel 2008 batte il Bordeaux 2-0 e passa il turno, per la prima volta, da capolista del girone. Tradotto: Di Francesco dovrebbe provare ad imitare il primo Spalletti, quello che con qualche campione e tanti buoni giocatori fece esprimere alla Roma un calcio apprezzato in tutta Europa, con l’Olimpico fortino fedele.
NIENTE CALCOLI – Fortino, anche se difficilmente si supererà quota 40mila spettatori, l’Olimpico potrebbe esserlo anche martedì sera. Tornerà De Rossi, uno che queste partite le gioca da quando era ragazzino. C’era con Capello, c’era con Garcia e Spalletti e c’era anche con Ranieri nel 2010 quando, in una notte magica, la Roma vince 3-2 col Bayern, rimontando una doppietta di Gomez con le reti proprio di Daniele, Totti e Borriello. Quella partita non sancisce il passaggio del turno (santificato con un pareggio a Cluj), ma regala ai romanisti una delle serate più belle degli ultimi anni. La sfida con il Qarabag non avrà lo stesso fascino, ma se la Roma farà il suo sarà comunque da ricordare.