La Gazzetta dello Sport – La prima frazione è un segnale forte: sarà un pomeriggio di sofferenza per i ragazzi di De Rossi, che non riescono ad uscire con la consueta fluidità e regalano metri ad un Lecce arrembante e propositivo. Sulla corsia di sinistra Gallo e Dorgu seminano il panico rifornendo spesso Piccoli e Krstovic: è l’attaccante ex Atalanta ad avere le occasioni più nitide, ma non centrerà mai il bersaglio graziando Svilar, che ci mette anche del suo in più occasioni.
Sul finale di tempo, Angelino scheggia il legno su punizione ma è un lampo nel buio: nella ripresa il Lecce mette peso offensivo e rapidità sulle corsie con Sansone e Banda, la Roma risponde con Aouar ed El Shaarawy. Proprio questi ultimi confezionano il possibile 0-1: tacco visionario del 92, l’algerino si inserisce a fari spenti ma stringe troppo il destro e si fa ipnotizzare da Falcone. Da qui, si concretizza un altro assolo consistente dei salentini: Krstovic guida un 4 contro 2 e scarica per Dorgu, che cestina il pallone del vantaggio non centrando la porta.
Nel mezzo, le proteste per un contatto in area tra Zalewski, Blin e Falcone: l’arbitro lascia correre. In pieno recupero, l’ultimo sussulto lo crea Oudin pizzicando la traversa sull’ennesimo lavoro in pressione di Krstovic. In sostanza, una Roma che guadagna un punto da una trasferta complicatissima, resa ancora più difficile da un attacco senza idee e orfano del miglior Dybala, entrato solo a partita in corso e senza i soliti guizzi di estro e talento. Si complica il cammino Champions, che dista 5 punti: adesso il derby diventa fondamentale.