Corriere della Sera (M. Ferretti) – Se non sei matto, non puoi fare il portiere. Si diceva così, qualche annetto fa, quando l’estremo difensore doveva compiere atti realmente estremi pur di non farsi fregare dall’avversario. Quando in porta ci andava chi non sapeva neppure stoppare un pallone e, per questo, non gli restava che giocare con le mani. Mile Svilar è il regista basso di De Rossi. L’unico uomo che, non essendo marcato, ha la possibilità di studiare senza stress il gioco e quindi di indirizzare l’azione. Ecco spiegato perché Svilar nella Roma tocca una marea di palloni con i piedi: i compagni sono obbligati (tatticamente) a ripartire da lui se non ci sono alternative credibili. Non si tratta di passaggi all’indietro come facile soluzione in caso di pericolo, ma la ricerca continua (talvolta esasperata, è vero) di una costruzione ragionata. Che, peraltro, consente alla squadra di alzare la linea di difesa, quindi di allontanare gli avversari dall’area di rigore.