Mile Svilar, l’eroe del match di ritorno del playoff di Europa League contro il Feyenoord con ben due calci di rigore parati, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club. Queste le sue parole:
Come stai? Hai vissuto una buona settimana…
“Bene. Sì, bella settimana”.
Avete appena finito l’allenamento: ti sei allenato sui rigori?
“No (ride, ndr)”.
Da quanti giorni prima si iniziano a preparare i rigori?
“Noi lo abbiamo fatto il giorno prima, ma a volte i ragazzi che tirano i rigori lo fanno al termine dell’allenamento”.
La tua corsa verso la Sud?
“Non era una cosa pensata, ho sentito di farla in quel preciso momento. Sono molto felice di aver fatto quella corsa, rimarrà sempre nella mia memoria. E’ stato un bel momento, emozionante”.
L’abbraccio sotto la Curva Sud?
“Mamma mia… Bello, quando ci penso mi viene un sorriso enorme. L’ho visto troppe volte in questi due giorni. Ora però voglio concentrarmi sulla partita di lunedì, che è importantissima”.
Quante ore hai dormito la notte fra giovedì e venerdì?
“Sono andato a casa e ho rivisto tutta la partita. Poi ho visto gli highlights delle altre partite di Europa League e Conference League… Mi sono addormentato alle 5:30 e mi sono svegliato alle 8”.
Cosa ti ha detto De Rossi prima dei rigori?
“Mi ha detto ‘Stai attento, guardano il VAR dopo ogni rigore per vedere se hai i piedi sulla linea’”.
Tu sei stato attento.
“Sì. Dopo il primo rigore ci ho pensato, mi sono detto ‘Forse l’ho mosso prima’. Poi ho capito che fosse regolare”.
Ti sei studiato i rigoristi sul telefono.
“Sì. Hancko destra, Alireza destra… (Mostra il telefono all’intervistatore, ndr)”.
Quando hai riguardato quella lista?
“Solo la mattina”.
Il primo rigore?
“Il dubbio sui piedi c’è sempre, ma il piede sinistro era sulla linea”.
Non ti è mai venuto in mente di cambiare lato dato che l’avevano già tirato a destra?
“No. Prima dei rigori anche Azmoun mi ha detto ‘Jahanbakhsh destra sicuro, lo tira a mezza altezza. Io gli ho risposto ‘Lo so’ e mi sono tuffato lì”.
Uno l’hai sfiorato.
“Io volevo andare nuovamente a destra, ma lui si è fermato e pensavo mi guardasse, invece non l’ha fatto. Quando si è fermato ho perso lo slancio”.
Due sono bastati.
“Per questa volta sì”.
Ora ci sarà il Brighton. Guardi la Premier League?
“Sì, guardo tanto calcio”.
Che ne pensi del Brighton?
“Fortissimo, è un avversario tosto. Sarà difficile, ma credo in questa squadra. Ho la sensazione che noi possiamo arrivare lontani e fare qualcosa di speciale”.
Saranno due belle partite.
“Sicuramente. Anche le partite europee in questo stadio sono sempre speciali, diverse”.
Poche volte ho sentito un urlo così forte come si è sentito giovedì.
“Bellissimo”.
Sull’esordio in Champions League. A fine partita hai parlato molto con Lukaku.
“Tutti fanno degli errori. Mi stava dicendo che tutti in Belgio non credevano al mio esordio in Champions. E’ stato molto bello“.
Giovedì ho visto un’altra foto però questa volta il feeling era diverso.
“Sì, è stato molto bello. E’ molto strano, 7 anni dopo non avrei mai pensato che potesse accadere”.
Sul padre che in Coppa delle Coppe parò 3 rigori. “Me lo ha ricordato due giorni fa. Mi ha detto che lui ne aveva parati tre. Quindi ora devo pararne quattro“.
Com’è stato crescere con un papà portiere?
“Bello, ho lavorato anche con lui quando ero più giovane. Era molto bello, parliamo spesso dopo le partite. Mi insegnava tante cose, è stato un maestro“.
Quali sono stati i tuoi modelli oltre a lui?
“Neuer mi piaceva molto ma anche Cech ma il mio più grande idolo era Casillas“.
Ti ho visto sempre sereno anche l’anno scorso. Hai sempre avuto il supporto di tutto il club.
“Ho sempre avuto la sensazione che tutti credevano in me e il primo ero io a credere in me stesso. Lo farò fino all’ultimo perché sono fatto così. Sentivo anche il sostegno della proprietà, del presidente e tutta la squadra ha sentito la stessa cosa. Ryan è stato con noi in pullman, è stato un gesto bellissimo da parte sua“.
A Frosinone vedevo che il primo ad applaudirti era sempre Rui Patricio.
“E’ un grande uomo. Parlo sempre con lui perché parliamo entrambi portoghese. Ci parlo dall’inizio perché avevamo anche il preparatore portoghese. E’ un brav’uomo. Abbiamo un buon rapporto. Quando gioca lui anche io faccio il tifo per lui e per la squadra“.
Più difficile la parata su Soulé o i rigori?
“Quello su Soulé. Non è un riflesso da vicino ma è una reazione. E’ più facile parare un rigore che un tiro da 25 metri. Non avevo visto la palla partire ma poi è andata“.