Corriere dello Sport (A.Ramazzotti) – La Roma ha battuto ancora una volta l’Inter (siamo a quattro su quattro nel 2016- 17) e ha conquistato la qualificazione alla finale di Coppa Italia nella quale sfiderà la sorpresa Virtus Entella. Forti dell’1-0 dell’andata nella Capitale, ai giallorossi sarebbe stato sufficiente anche un pareggio, risultato che effettivamente era maturato fino al 46′ della ripresa quando Tumminello ha firmato la rete del definitivo 2-1 e ha dato il là alla festa di De Santis e compagni. La sconfitta punisce eccessivamente la formazione di Vecchi che nella prima frazione ha giocato meglio degli avversari e avrebbe meritato di passare in vantaggio, ma sul fatto che De Rossi abbia la formazione più forte, più tosta e più pronta, nessun dubbio. Perché ieri in un “Breda” di Sesto San Giovanni al… limite dell’impraticabilità (terreno durissimo, con una fascia vistosamente ghiacciata che metteva a rischio l’incolumità dei calciatori) la Roma ha sofferto per 45′ giocando in maniera troppo rinunciataria e finendo per farsi schiacciare nella propria metà campo. Bravi Pinamonti e soci a mettere in campo grande intensità per cercare di riscattare i tre precedenti ko (Supercoppa, andata in campionato e semifinale d’andata di Coppa Italia) nei quali, particolare non secondario, non erano mai riusciti a segnare. Ma se in passato avevano creato meno, stavolta sono stati fermati dalla sfortuna (traversa di Danso) e dai grandi interventi di Crisanto prima di trovare la rete (inutile) con Pinamonti.
LE PRODEZZE DI CRISANTO – Il portiere giallorosso ha tenuto in partita i suoi dicendo di no a Rover (due volte) quando gli ottimi Ciavattini e Marchizza hanno concesso qualche spazio. Vecchi ha risentito meno delle assenze degli squalificati Carraro e Vanheusden, rispetto a De Rossi, che ha dovuto fare a meno di Bordin e lo ha rimpiazzato con l’avanzamento in mediana del difensore Grossi. Il centrocampo nerazzurro ha avuto lo meglio su quello romanista e le mezzali Rivas e Danso si sono inserite con continuità costringendo Keba ad arretrare spesso e a far passare il 4-3-3 in un più prudente 4-4-2. Rover ha punto, Pinamonti è stato bravo a fare da sponda, ma l’Inter non è mai passata, neppure quando gli avversari hanno dovuto sostituire l’infortunato Spinozzi con il croato Anocic.
GIOIA GIALLOROSSA – Nella seconda frazione la Roma ha avuto più coraggio, ha tenuto il campo con più facilità perché l’Inter ha abusato dei lanci lunghi per Pinamonti e, anche quando i nerazzurri hanno provato il tutto per tutto inserendo Bakayoko al posto di Danso (avanti con il 4-2-4), non hanno più rischiato. Anzi, sono addirittura passati in vantaggio grazie a uno svarione di Gravillon che ha innescato Tumminello, altruista nell’assist per l’1-0 di Soleri. La bella rete dell’1-1 di Pinamonti (al primo centro contro i campioni d’Italia) e la successiva parata di Crisanto su Bakayoko hanno dato pepe al finale dell’incontro, chiuso però in pieno recupero da Tumminello, ancora su errore di Gravillon (male anche Di Gregorio “infilato” sul suo palo). Per l’attaccante che Spalletti ha inserito stabilmente nel giro della prima squadra quarto gol (più un’autorete provocata) nelle ultime 8 sfide con l’Inter. La Roma è così volata in finale, mentre i nerazzurri non potranno difendere il trofeo che avevano conquistato contro la Juventus a San Siro lo scorso anno. I giallorossi hanno battuto gli avversari nelle ultime 5 occasioni (compresa la semifinale scudetto 2015- 16) e sono ormai da considerare l’autentica bestia nera di Vecchi. Il prossimo “incrocio” nel match di ritorno in campionato (11 febbraio) che magari non sarà l’ultimo della serie. Occhio alla finale con in palio il tricolore perché l’Inter sogna una grande rivincita.