La Repubblica (M. Juric) –  Prima Juventus e poi Lazio. Ecco la settimana romanista più importante della stagione. Per la rivalità ma soprattutto per le ambizioni Champions dei giallorossi, che con un altro passo falso potrebbero spegnersi definitivamente dopo la lunghissima rincorsa degli ultimi mesi.
Ma nell’ambiente giallorosso più che il campo continua a tenere banco tutto il resto. Il vero tema, oggi, sembra esser diventato il futuro di Claudio Ranieri. L’attuale tecnico giallorosso ha ribadito a più riprese che a fine stagione lascerà la panchina. Ancora oggi i contorni del suo incarico restano sfumati.
Nel corso dei mesi, le dichiarazioni del tecnico hanno alimentato dubbi più che certezze. All’inizio sembrava chiaro, come ammesso da lui stesso il giorno della presentazione: “Ho iniziato nella Roma da giocatore e finirò come allenatore e dirigente“. Ma dall’inizio del nuovo anno il tono è cambiato. Ranieri si è detto “impegnato 50 e 50” tra campo e futuro, coinvolto in un lavoro strategico con Ghisolfi e la proprietà. 
 
A gennaio ha parlato del suo contributo “al momento delle scelte per la prossima stagione”, definendosi una figura di supporto, senza rivendicare un titolo ufficiale. Poi, col passare delle settimane, è emersa una certa voglia di staccare, rivelata al termine di Roma-Juventus: “Voglio vedere cosa c’è oltre il calcio. Big Ben ha detto stop – citando Enzo Tortora – non credo che sarò un dirigente, bensì un consigliere del presidente. Cambiano le prospettive e la visione“.  La paura tra i tifosi della Roma è che anche Ranieri possa trasformarsi nel parafulmine dei Friedkin, come giá capitato con Mourinho prima e De Rossi poi.