Super attacchi. Roma-Napoli la sfida del gol

Corriere Dello Sport (G.D’Ubaldo – A.Giordano) – E’ la sfida tra due attacchi stellari, tra le squadre che hanno maggiore confidenza con il gol in Italia. La Roma è stata la più prolifica nel 2016, davanti al Napoli di una sola rete. Negli ultimi mesi la squadra di Sarri l’ha scavalcata, sfruttando il revisionismo tattico di Spalletti, che è passato a giocare con un difensore in più e un attaccante in meno. Oggi la Roma ha tre gol in meno (57), distribuiti in dieci giocatori. Dzeko, Salah e Nainggolan la fanno da padroni, con 37 reti in tre, più del 50 per cento del bottino complessivo. Gli altri giocatori segnano poco. Fa eccezione Perotti (sette reti su rigore) e poi segue staccato El Shaarawy a quota tre.

DZEKO MATTATORE – La Roma trova più facilmente la via del gol in casa, lo testimoniano le trentasei reti (al primo posto con la Juve) contro le ventuno segnate in trasferta, dove il Napoli è la squadra che segna di più, mentre in questa classifica la squadra di Spalletti è solo quinta. Sono state 156 le occasioni da gol create finora in campionato, con dodici legni colpiti, la Roma è prima anche in questa speciale classifica, non è stata fortunata. La Roma è anche la squadra che ha beneficiato del maggior numero di rigori: 12, di cui dieci realizzati (sette da Perotti, due da Totti e uno da Dzeko). Il bosniaco è al centro del gioco offensivo della squadra. Da solo ha tirato in porta (67 volte) quasi più di tutti gli altri attaccanti messi insieme: Salah (24), Nainggolan (20), El Shaarawy (15) e Perotti (13), complessivamente arrivano a 72. La Roma segna spesso da dentro l’area, solo sette reti sono arrivate da tiri da fuori, con Nainggolan che è diventato lo specialista. Proprio i tre migliori goleador giallorossi hanno deciso le ultime due sfide con il Napoli. Lo scorso anno Nainggolan, a ottobre una doppietta di Dzeko e il sigillo finale di Salah hanno permesso a Spalletti di espugnare il San Paolo.

INCONTENIBILE – Eccola la macchina «da guerra», un’artiglieria pesante che non fa differenza tra le partite in casa e quelle in trasferta, trenta gol di qua ed altrettante di là, perché l’importante è esagerare. Eccolo il Napoli incontenibile, incontrollabile, che gioca come sa e come vuole – quando può – e poi procede di goleada, com’è successo a Firenze e a Verona (furono tre), a Cagliari (furono cinque) o a Bologna (furono sette): eccolo il calcio verticale, quello che si è un po’ appassito recentemente, ma che dal 2 ottobre scorso, e sono ormai otto trasferte, non ha mai smesso di produrre emozioni.

IL PRINCIPE AZZURRO – E’ un Napoli ch’è andato in bianco due volte – a Marassi contro il Genoa ed a Bergamo – che s’è scatenato ripetutamente, che ha in Mertens il suo principe azzurro, uomo senza macchia e senza paura ch’è passato dalla doppietta di Pescara (alla prima giornata), alle triplette di Cagliari e di Bologna: è arrivato a quota nove, in trasferta, e con Callejon ed Insigne toccano quota ventuno, perché gli altri componenti del tandem di pesi piuma si sono egualmente sbizzarriti, con sei gol a testa.

TENDENZA – Si chiama «modello-Napoli»: è una produzione industriale di occasioni e poi una massiccia dose d’adrenalina, perché questa squadra ha nel suo dna la ricerca del gol. L’anno scorso, prima stagione di Sarri, ha toccato (complessivamente) quota centosei, ottanta delle quali in campionato; due e tre anni fa, con Benitez, fece poco peggio, arrivando a centoquattro. Stavolta è a sessanta in campionato: gliene mancano venti per battere se stesso ed il proprio primato in serie A. E i gol servono, perché possono portare in Champions.

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