La Gazzetta dello Sport (D. Stoppini) – Habemus vittoria. Ma soprattutto habemus la Roma. Che avrà pure tremato – non poco – ma per lunghi tratti ha mostrato al Valencia ma soprattutto a se stessa di essere ancora capace di giocare come per i primi 18 mesi della gestione Garcia. Al Mestalla finisce 3-1. E la Roma tira. Tira in porta perché le gambe girano un po’ meglio rispetto a Barcellona. Perché l’avversario è alla portata. Perché Totti sembra più giovane di 10 anni. E perché con Mohamed Salah è davvero un altro andare. La rete con cui l’egiziano sblocca la partita è un’edizione spagnola di «Oggi le comiche» targata Gervinho, che colpisce due pali dopo la pennellata di Totti, di cui uno a porta vuota. Ma l’egiziano, subito titolare, può ringraziare Allah per il tap-in che vale il primo gol con la Roma. Tre tiri in un’azione, dopo lo zero assoluto tra Sporting e Barça. La Roma è più armonica, con un tasso di pericolosità elevatissimo perché c’è un Totti in grande serata. Lui che da queste parti aveva già segnato in Champions, dopo la perla sulla prima rete piazza il destro decisivo per il raddoppio, al termine di un’azione che è la sintesi perfetta dei pregi giallorossi: la visione di gioco di Nainggolan, la velocità di Gervinho, l’intelligenza di Salah, la classe di Pjanic e il destro vincente del numero 10, applaudito anche al Mestalla.
PIU’ PREGI CHE DIFETTI Lì davanti si viaggia che è una bellezza: Totti è illuminante, Salah sembra giallorosso da mesi, Gervinho è molto più nel bene che nel male un fattore decisivo. Il problema è altro. E’ che spesso la Roma si allunga, perde le distanze e nelle prateria tra centrocampo e difesa si infilano a turno gli esterni e gli intermedi del Valencia. Così Szczesny, disattento in un paio di occasioni, vede arrivare maglie giallorosse – quelle sbagliate – da tutte le parti. Il Valencia crea sei occasioni vere in 45’, tra cui un salvataggio di De Rossi (azione nata da una sciocchezza di Szczesny), un palo di De Paul, due chance da urlo per Cancelo e Rodrigo e poi la rete di Feghouli, propiziata da un errore clamoroso di Yanga–Mbiwa. Quindici minuti da incubo – i centrali del primo tempo -, dai quali la Roma esce ancora con due giocate di Totti, un assist per Pjanic e un destro che sfiora l’incrocio. E’ partita vera, non è un caso che dall’intervallo rientrino in campo gli stessi, tranne Salah. Gli animi si scaldano, tra proteste e accenni di rissa: Gervinho per poco non ci rimette un ginocchio, De Rossi si fa male da solo mettendo male la caviglia destra (situazione da valutare). Il terzo gol è ancora una magia di Totti per Gervinho, che stavolta il palo lo usa come sponda utile per il 3-1. Poi iniziano i cambi e la partita muore. Vive la Roma, invece, contro un avversario atteso dal playoff di Champions. Se uscissero, gli spagnoli, la squadra di Garcia salirebbe in terza fascia. Intanto, è salita di livello.