Il Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – La crisi tecnica alla Roma resta aperta. Non si è mai chiusa, neppure dopo la vittoria sul Genoa. L’allenatore è stato sfiduciato mercoledì scorso, dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia contro lo Spezia. L’indicazione di Pallotta, collegato in serata in conference call con i dirigenti dallo studio Tonucci, era stata chiara: bisogna cambiare Garcia per salvare la stagione, per non compromettere la possibilità di lottare per lo scudetto in un campionato nel quale è ancora tutto possibile. Poi il dibattito interno aveva portato a “congelare” la posizione dell’allenatore fino alla partita contro il Genoa. Ma anche dopo quella vittoria e i limiti di gioco confermati contro la squadra di Gasperini i dubbi del presidente sono rimasti inalterati. Nonostante il Natale che si avvicina prosegue il serrato confronto interno. Ieri Baldissoni e Sabatini erano a Trigoria. Ancora al lavoro, mentre la squadra e Garcia sono in vacanza. Prosegue il confronto con Pallotta, per trovare la migliore soluzione, anche se l’ufficio stampa ha smentito una conference call con il presidente.
APPESO A UN FILO – Il timore che più passa il tempo e più si rischia di compromettere la stagione toglie il sonno ai dirigenti giallorossi. Ma sono stati Baldissoni e Sabatini a “salvare” Garcia fino a questo momento, anche se il suo procuratore Pascal Boisseau era stato convocato a Roma in occasione della partita contro il Genoa, era all’Olimpico e in caso di risultato negativo avrebbe subito lavorato sull’interruzione di rapporto del suo assistito. Pallotta è sempre dell’idea di cambiare, Garcia è andato in vacanza senza aver avuto assicurazioni dai dirigenti. La ripresa a Trigoria è fissata per martedì 29, nel pomeriggio. Ma una decisione può essere presa anche dopo il Natale, prima del ritorno al lavoro della squadra. Quel giorno a Trigoria potrebbe già esserci il nuovo allenatore, che è stato individuato in Spalletti. Pallotta non lo conosceva e ha chiesto informazioni. Si è fatto convincere in fretta. E il fatto che conosca l’ambiente e che sia accolto favorevolmente dalla tifoseria è un grande vantaggio. Al massimo la decisione sarà procrastinata alla prossima partita, in programma il 6 gennaio a Verona contro il Chievo, ma in caso di insucesso il cambio sarebbe automatico già nel giorno dell’Epifania.
DECISIONE RINVIATA – Facciamo un passo indietro, ai giorni scorsi, durante i quali il dibattito è proseguito per cercare una soluzione sulla quale convergere. Walter Sabatini aveva minacciato le dimissioni, opponendosi all’esonero di un allenatore che aveva vinto ed era stato abbracciato da tutta la squadra in campo. Il direttore sportivo ha lavorato con Zamparini a Palermo e non ha condiviso i metodi del vulcanico presidente. Non vuole ripetere quegli errori alla Roma. Quella frase rancorosa, pronunciata domenica subito dopo la vittoria sul Genoa (per la quale con grande sensibilità il giorno dopo Sabatini si è scusato) nascondeva una verità: «Non scorrerà il sangue dell’allenatore». Poteva essere riferita a se stesso. Ma oggi pensare all’addio del direttore sportivo sarebbe un azzardo. Operatori del mondo del calcio osservano che la Roma senza Sabatini non può andare avanti. E’ l’unico uomo di calcio nel management giallorosso. Ha troppi affari avviati, non può abbandonare la barca in questo momento, con il mercato che entra nel vivo. Per ora viene tutto rinviato. La linea che i dirigenti italiani cercano di portare avanti è quella di fare di Garcia il traghettatore di sé stesso. Ma è una strada difficilmente praticabile. Si naviga a vista. Nella speranza che il Natale porti la soluzione che metta tutti d’accordo.