L’ex calciatore della Roma, Mark Strukelj, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport, per una lunga intervista. Ecco le sue dichiarazioni:
Nella stagione 1983/84, 11 presenze in giallorosso ed 1 gol. Ricordi in quale partita?
“A Pisa, finì con un pareggio per 1-1”.
Alla fine di quella stagione giocasti la partita più importante della storia della Roma, la finale di Coppa dei Campioni.
“È andata male, ma giocarla fu comunque una grande soddisfazione. Entrai ad inizio ripresa, al posto di Cerezo, che si infortunò. Anch’io non stavo benissimo, ero messo male con la caviglia, un problema che mi portò dietro anche ora, ma riuscii a mettermi a posto per quella finale”.
Fu una partita stregata.
“Partì male, con un gol probabilmente irregolare del Liverpool per una carica sul nostro portiere Tancredi, e finì peggio, ai calci di rigore. Eravamo riusciti a recuperare lo svantaggio con Pruzzo, che, però, nell’intervallo, ebbe problemi intestinali”.
Ai rigori si arrivò praticamente senza rigoristi, tra squalifiche e infortuni, eccetto Di Bartolomei.
“Agostino calciò e segnò il primo rigore. Poi, andò Righetti, che lo tirò bene. Seguirono Conti e Graziani, che, invece, sbagliarono. Io o Chierico avremmo dovuto calciare il quinto rigore, ma, purtroppo, non ci arrivammo”.
Liedholm si affidò ai calciatori più esperti, come ha fatto anche Mourinho nella finale di Europa League contro il Siviglia.
“Quando si arriva ai calci di rigore, non esiste una regola su chi li deve calciare. E se va male, è inutile fare questioni, perché non c’è mai una controprova. Non è detto che se ti affidi ad un giovane lo segna o viceversa. È naturale rivolgersi ai più esperti; ma, anche loro possono sbagliare. Sui rigori non si possono fare critiche”.
E sull’arbitro Taylor si possono fare critiche?
“Gli arbitri fanno parte del gioco e, come giocatori e tecnici, possono sbagliare. Si può solo sperare che le decisioni vengano prese in buona fede”.
Il fallo di mano di Fernando del Siviglia era da rigore?
“L’arbitro ha valutato senza affidarsi alla tecnologia. C’è ancora tanto spazio lasciato all’interpretazione dell’arbitro in campo, con una conseguente percentuale di errore. Capita spesso, purtroppo, di vedere decisioni diverse su fatti simili. La tecnologia potrebbe essere di aiuto, ma, di fatto, lo è solo sul fuorigioco e sul gol-no gol. Anche al VAR, spesso, vengono prese decisioni discutibili”.