Nel disastro di Bergamo di un anno fa (era il 26 febbraio) Maarten Stekelenburg fu uno dei pochi a salvarsi: incolpevole sulle 4 reti dei bergamaschi e autore di grandi parate su Marilungo e Gabbiadini. Evidentemente la squadra di Colantuono lo ispira, almeno in termini di prestazione, visto che anche in questa stagione, all’andata, l’olandese è stato tra i migliori: decisiva, nel primo tempo, una sua parata su Denis che (insieme alla traversa) ha tenuto a galla la Roma. Era ottobre e il rapporto con Zeman era sì difficile ma non ancora ai minimi termini. Il resto della storia si sa, così come si sa che da quando c’è Andreazzoli Stek si è ripreso il posto a discapito di Goicoechea. «Maarten è sereno e lavora con soddisfazione — dice il tecnico — ma anche Mauro è tranquillo perché ha sempre fatto il suo dovere. Questo gli fa onore e deve essere da esempio».
Il muro Oggi, neve permettendo, Stekelenburg scenderà in campo per la 3a volta di fila dal primo minuto, non succedeva da 5 mesi. Sarà anche per questo che in settimana ha spinto sull’acceleratore: da Trigoria lo descrivono come un «muro», tanto che i compagni dopo averlo visto fare numeri d’alta scuola ci hanno scherzato su. Stekelenburg ha capito ed è stato al gioco visto che adesso parla anche l’italiano e persino qualche parola di romanesco: merito di Andreazzoli, che ha preteso che l’olandese intensificasse le lezioni e riuscisse ad avere coi compagni un dialogo costante. Lui ha accettato senza battere ciglio e i risultati si iniziano a vedere. «Quando ho parato la punizione di Pirlo — ha detto dopo la partita con la Juve al quotidiano olandese Telegraaf — mi sono sentito forte. Dimostrerò che possiamo raggiungere l’Europa. E poi voglio tornare in nazionale».
Van Gaal Capitolo dolente per Stekelenburg. Il rapporto col ct olandese non è mai decollato e non vedendolo giocare con la Roma, dopo le disastrose amichevoli estive, van Gaal non si è fatto troppi problemi prima a metterlo in panchina e poi a lasciarlo addirittura a casa. Stekelenburg sa che per difendere di nuovo la porta degli Orange deve dimostrare di essere ancora quel giocatore che con le sue parate ha portato l’Olanda a sfiorare il titolo mondiale. La strada per convincere van Gaal passa, però, inevitabilmente anche da Bergamo.
Gazzetta dello Sport – Chiara Zucchelli