Il 14 dicembre è una data importante per quanto riguarda il futuro del progetto per la realizzazione dello stadio della Roma: si svolgerà infatti un’udienza con il giudice fallimentare per determinare qualora il terreno di Tor di Valle sia effettivamente stato trasferito correttamente a Luca Parnasi o se esista un vizio di forma che possa inficiare la vendita al noto costruttore. Pur dovendo affrontare queste complicazioni burocratiche, il progetto della Roma sembrerebbe continuare ad andare avanti.
L’architetto Dan Meis ha presentato tutti i documenti necessari al Comune di Roma a fine maggio e, secondo la legge, in 90 giorni – quindi entro agosto – la commissione municipale dovrà stabilire qualora l’opera possa essere considerata di interesse pubblico, sfruttando la corsia preferenziale prevista dalla legge sugli stadi. In caso di esito positivo si dovrà fornire il progetto definitivo ottenendo, in sei mesi al massimo, i permessi per avviare la costruzione.
Sembra quindi che le cose procedano per il verso giusto, anche grazie alla terza riunione della commissione avvenuta ieri, che sembrerebbe aver avuto esito positivo. L’ambizione della roma di disputare la stagione 2016-17 nel nuovo stadio è ancora in piedi, nonostante questo possa avvenire più realisticamente per la stagione 2017-18. Nel corso dei prossimi giorni i disegni del progetto diventeranno di dominio pubblico: pur essendo già disponibili da tempo quelli dell’impianto e quelli delle strutture commerciali circostanti, verranno resi pubblici anche i progetti per le altre infrastrutture, come ponte sul Tevere, snodo autostradale e la stazione per il trasporto su ferro, per un costo di 230 milioni di euro, tutti a carico della società giallorossa.
Secondo quanto riportato oggi dal Corriere dello Sport, in futuro verrà anche realizzato uno “spazio trasparenza” che includerà filmati, audio, foto, carte e plastici, così che tutti i cittadini possano vederlo facilmente. Pur non essendo ancora stata scelta un luogo preciso, questo potrebbe occupare uno spazio nei locali del Campidoglio o del Dipartimento del Patrimonio, in Piazza Giovanni da Verrazzano. Sarà la Roma, in questo caso, a fornire gran parte del materiale. L’amministrazione capitolina ha scelto di realizzare questo spazio per garantire ai cittadini la trasparenza promessa sin dall’inizio, permettendo a chiunque di dire la sua su un’opera così importante.