Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – In questi giorni il calcio italiano si interroga su come ripartire dopo il fallimento della mancata qualificazione al Mondiale. Il dibattito si è soffermato su diverse possibili cause di un fallimento storico. Si è parlato poco, in queste ore febbrili delle scelte degli uomini ai quali affidare la ricostruzione, di uno dei grandi limiti attuali del calcio italiano: la quasi totale assenza degli stadi di proprietà e di infrastrutture adeguate. Gli impianti generano ricavi (basti guardare il bilancio della Juve), che a loro volta garantiscono la possibilità di pianificare nuovi investimenti, da cui trae beneficio l’intero movimento calcistico italiano, non solo i club, chiamati a competere con altre realtà straniere partendo da posizioni impari. Per un club le infrastrutture di proprietà sono la base per lo sviluppo di qualsiasi attività, sia dal punto di vista tecnico che economico. Il progetto dello stadio della Roma è concepito in tutto e per tutto proprio per agevolare questo sviluppo: per l’affermazione del brand, per la crescita dei ricavi commerciali, che arriveranno in primis dalla vendita dei biglietti, poi dai servizi che saranno offerti internamente (ristorazione, merchandising, hall of fame, ecc.), soprattutto per programmare un ulteriore salto di qualità dal punto di vista sportivo.
IMPIANTO ALL’AVANGUARDIA – La Roma potrà infatti disporre della struttura proprio per portare avanti al meglio la sua principale attività, quella calcistica, in un impianto moderno, evoluto, all’avanguardia, curato in ogni dettaglio, dall’ingresso allo spogliatoio, fino agli spalti, che consentiranno al pubblico di vivere pienamente l’evento, anche prima e dopo, con vantaggi anche nel sostegno dei tifosi alla squadra. Lo stadio della Roma è stato pensato, fortemente voluto da Pallotta, per poter programmare il lavoro e ottenere quei ricavi da reinvestire in varie attività, tra le quali il settore giovanile, oltre che nella ricerca. Oggi tutto questo non è possibile, la Roma ha rinnovato recentemente per altri tre anni l’affitto dell’Olimpico, che resta uno stadio a cinque stelle, ma non è stato concepito per il calcio e che diventa la casa della Roma solo in occasione delle partite. La società giallorossa ritiene di poter aumentare i ricavi per riuscire a colmare l’attuale gap con la Juve. Grazie ai ricavi è possibile programmare nel modo migliore nuovi investimenti per la competitività della squadra.
OPPORTUNITÀ – Il progetto presentato all’epoca della Giunta Marino e rivisto radicalmente nel febbraio scorso prevede la riqualificazione di un’area oggi abbandonata: con la creazione di un polo di aggregazione non solo per il calcio, ma per la città, con la possibilità di ospitare eventi anche extra sportivi, come i concerti. Il progetto genererà indotto e garantirà nuovi posti di lavoro. Secondo i progettisti sarà il più avanzato tecnologicamente e il più sicuro d’Italia, uno degli impianti più moderni in circolazione: dal punto di vista della fruizione dell’evento, con visuale e comfort di altissima qualità, con servizi di ogni genere, con nuove opportunità nel pre e nel post partita in quello che sarà, all’esterno dello stadio, un vero e proprio centro di intrattenimento. Intrattenimento che è previsto anche all’interno dell’impianto. Grande attenzione è stata riservata anche ai parcheggi, una delle maggiori criticità dell’Olimpico. La Roma spera che l’iter amministrativo possa essere chiuso rapidamente, dopo che il progetto è passato per tre diverse giunte comunali (tutte con orientamenti politici diversi), con accesi dibattiti che hanno accompagnato il percorso. La Roma aspetta il via libera, in attesa dei pareri delle Amministrazioni che decideranno il futuro del nuovo stadio.