Stadio Roma, è tutto vero

Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Ebbene, ce l’hanno fatta. Anche se hanno dovuto litigare fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata della conferenza dei servizi, tre ore e quarantacinque per decidere quello che da settimane era ovvio: il nuovo stadio della Roma si può fare, anzi s’ha da fare. Ci vorranno ancora mesi di preparazione e anni di realizzazione e vediamo se riusciranno a inaugurarlo per la stagione 2020-21 come sperano, come credono. Ma ieri il via libera della conferenza dei servizi ha portato il progetto fuori del bozzolo, alla fase in cui non c’è più nulla da sognare, c’è soltanto da sporcarsi le mani e mettersi all’opera.

OSSERVAZIONI – La chiusura positiva della conferenza, oltre agli ultimi sguardi in cagnesco, persino ai voti contrari sulla procedura che hanno costretto più di una volta tutti a posare i cappotti e rimettersi a sedere, porta con sé, come si supponeva, diverse prescrizioni e raccomandazioni. In particolare sulla mobilità, ma nulla che spinga alla disperazione la Roma e i suoi partner di Eurnova: piste ciclabili da allargare per essere utilizzate anche dagli autoveicoli in caso di necessità, indicazioni sulla struttura degli svincoli, cose del genere. L’osservazione più interessante e pesante, se vogliamo, la detta la Regione Lazio al Comune. L’assessore al territorio Michele Civita dice: «La Regione ha ribadito la necessità, e ha invitato il Comune a valutarne la possibilità, di inserire nella variante anche un nuovo collegamento, per aumentare la sicurezza». L’assessore cita esplicitamente il Ponte di Traiano, famigerato snodo tra lo stadio di Tor di Valle e la Roma-Fiumicino che il governo si è detto pronto a finanziare (costa circa 90 milioni) per bocca del ministro dello sport Luca Lotti e di quello dei trasporti Graziano Delrio. Lotti, a proposito, non a torto sente di aver contribuito al successo dell’iniziativa della Roma: «Buona notizia. Conferma che il nostro Paese è in grado di attrarre investimenti e che lo sport rappresenta una leva di sviluppo economico». Avere il lasciapassare della conferenza dei servizi significa avviarsi lungo una strada in discesa, non per questo breve. Se tutti fanno per bene il loro lavoro, adesso succederà questo. Entro Natale verrà stilato il documento finale, che contiene la necessaria variante al piano regolatore. Il Comune di Roma lo renderà pubblico e recepirà eventuali osservazioni per poi mettere in calendario il voto con il quale l’Assemblea Capitolina recepirà la variante suddetta. Il tutto tornerà alla Regione per l’approvazione definitiva, con tanto di delibera. Entro la metà di febbraio questa nuova fase potrebbe essere completata. Nel frattempo i costruttori dovranno implementare nella progettazione tutte le prescrizioni uscite dalla conferenza dei servizi. Mentre nella convenzione urbanistica che sarà compresa nella nuova delibera regionale dovrebbero essere inseriti anche i bandi di concorso per le opere pubbliche.

POLITICA – Questo procedere a marce forzate porterà, nei programmi della Roma, all’apertura dei cantieri in primavera. E’ soprattutto il Comune che a questo punto deve fare i propri compiti con precisione e agilità. Possibilmente senza impuntarsi per questioni politiche sul Ponte di Traiano. Secondo l’amministrazione a 5 Stelle non serve, secondo l’Area Metropolitana neppure, secondo il ministero dei trasporti non sarebbe poi strettamente necessario. Ma ai tifosi, quando lo stadio sarà pronto, servirà eccome. Ci si può scommettere.

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