Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Abbiamo smesso di contare le settimane decisive per il destino del nuovo stadio di Tor di Valle. Tante, in perfetta buona fede, hanno creduto di esserlo davvero. Prima o poi arriverà quella vera: il tempo ha straordinarie capacità di dilatazione, soprattutto sotto l’effetto della burocrazia, ma arriva sempre a un punto estremo. Adesso poi ci ha dato un taglio il presidente giallorosso James Pallotta con il recente ultimatum: o mi fanno costruire entro il 2020 o la Roma avrà un nuovo proprietario.
SCADENZE – Questi sette giorni che si sono iscritti alla gara per ultimi in realtà sono quattro, poi vediamo se avranno code come quella rissosa di sabato e domenica scorsi che ha portato al parere favorevole del Municipio IX, al contatto quasi fisico tra consiglieri di varia esperienza e posizione, all’annuncio di una denuncia alla procura della Repubblica da parte del Pd per irregolarità nella procedura. I primi tre giorni sono una sola maratona dibattimentale cominciata ieri nel pomeriggio. Dovrebbero concludersi con l’approvazione della delibera di interesse pubblico per il nuovo progetto – uscito dagli accordi di febbraio tra il Campidoglio e la Roma con annessi costruttori – domani alla vigilia esatta della scadenza del 15 giugno imposta dalla Regione Lazio alla conferenza dei servizi. Troppo tardi, va supposto, per mantenere acceso l’attuale iter ma appena in tempo per far riaprire a stretto giro di adempimenti tecnici una nuova conferenza, sperabilmente più rapida grazie al riciclo di molto lavoro preparatorio già svolto e tratto in salvo dalla novazione della delibera Marino. Escamotage giuridico sul quale appunto si appresta a votare l’Assemblea Capitolina, cioè il consiglio comunale ad ampia maggioranza 5 Stelle. Per oggi è prevista anche la decisione definitiva della sovrintendenza ai beni culturali sul vincolo che tutela la tribuna e la pista del vecchio ippodromo.
ESPERIMENTO – Per non parlare dei risultati delle elezioni amministrative. La sconfitta dei 5 Stelle fa venire voglia agli avversari politici, cominciando dal Pd che guida la Regione, di passare all’offensiva su tutti i fronti, purché i grillini ne abbiano a perdere ulteriormente consensi. D’altronde tra i grillini medesimi chi dice che a questo punto bisogna portare a casa un risultato qualunque, chi al contrario pensa di rimettere in discussione l’operato della dirigenza. Il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, garantisce: «Saremo compatti». Comunque ne dovranno parlare a lungo.