La Repubblica (M. Pinci) – L’appuntamento era fissato alle 10, ma il ministro ha fatto tardi. Al dicastero di Porta Pia però alla fine c’erano tutti per illustrare il dossier sullo stadio della Roma al ministro delle infrastrutture: il sindaco Marino, l’americano Mark Pannes, ad del futuro impianto, il project manager Luca Parnasi, gli assessori Caudo e Improta. Soprattutto, c’era il padrone di casa: il ministro Delrio. Visti i tempi strettissimi, a parte un saluto fugace riservato, Delrio e Marino hanno potuto parlare soltanto del dossier romanista. Passaggio tutt’altro che obbligato, ma utile a condividere con le istituzioni dello stato il progetto dell’impianto a Tor di Valle. Il Campidoglio lo considera non solo di interesse cittadino, ma di respiro nazionale, grazie a investimenti per 1,5 miliardi. Slide suggestive, descrizioni tecniche, poi una relazione presentata da Lev Libeskind, figlio dell’archistar Usa autore dei tre grattacieli che sorgeranno intorno allo stadio. «Ma quindi alla partita si potrà andare in bici?», la prima domande di Delrio, incuriosito dallo sviluppo delle ciclabili. Poi il ministro s’è informato sull’ampliamento della linea ferroviaria e sui collegamenti del trasporto pubblico: «Molto positivo l’investimento di 300 milioni per la mobilità su ferro — il suo commento — questa è l’occasione per dimostrare che siamo capaci di costruire con risorse definite e tempi certi». Proprio sui tempi, il ministro ha ascoltato Pannes e Parnasi: «Hanno assicurato — spiega Marino — che dalla posa della prima pietra in 22 mesi si potrà giocare la prima partita. E io ho ribadito che non si giocherà se le opere pubbliche non saranno complete».
Entro metà luglio gli uffici tecnici del comune si pronunceranno sulla compatibilità del progetto con la delibera di pubblico interesse firmata del consiglio comunale. Inviando le osservazioni alla Regione, che avrà 180 giorni per pronunciarsi. Il convitato di pietra però era proprio il governatore Zingaretti: all’invito ha preferito non rispondere, ritenendolo poco opportuno sul piano istituzionale. In fondo la Regione deve ancora ricevere il dossier, e dunque almeno formalmente non ne conosce i dettagli. Una volta ricevuto convocherà la conferenza dei servizi e il progetto dovrà passare per 24 organi di controllo. Pallotta ha promesso, entro 30 mesi la Roma avrà il suo stadio: un proclama da cui la Regione mantiene una tiepida distanza.