Ancora un clamoroso buco nell’acqua per la revoca del pubblico interesse al progetto di Tor di Valle. Anche oggi, in Aula Giulio Cesare durante l’Assemblea Capitolina, è mancato il numero legale per votare. Sono stati fatti diversi appelli, ma in nessuno di questi c’erano abbastanza consiglieri. All’ultimo, fatto alle ore 18.18, soltanto 6 i presenti con ben 42 assenti tra cui il Sindaco Virginia Raggi. Si riprenderà in seconda convocazione domani alle ore 14.
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Prima, però, sono intervenuto Luca Montuori e Crisitna Grancio. Queste le parole dell’assessore all’Urbanistica: “Questa delibera è stata discussa in moltissime commissioni e illustrata in più occasioni. L’area di Tor di valle è stata sotto i riflettori non solo negli ultimi quattro anni, ricordo che i primi progetti di Parnasi datano 2011 quando si doveva realizzare la ‘Città dell’acqua’ e tra le le opere pubbliche, guarda caso, c’era il ponte di Traiano e altre poi trasportate nel progetto stadio. Dopo oltre 50 incontri si è arrivati alla stesura finale della convenzione, consegnata brevi manu ai proponenti che sono stati più volte invitati alla sottoscrizione della stessa, a fornire gli atti propedeutici e la dimostrazione delle caratteristiche oggettive e soggettive necessarie alla sottoscrizione degli atti e la presentazione degli atti d’obbligo. Cosa che non è mai avvenuta, tanto che a un certo punto l’amministrazione ha scritto avviando un procedimento di revoca dell’interesse non presentandosi le necessarie garanzie e gli atti richiesti. Si era dato un tempo limite, anche prorogato in più occasioni, fino a quando il 9 aprile 2021 è pervenuta la nota a questa amministrazione con cui l’AS Roma rinunciava all’opera sostenendo che non era più interessata. Ai sensi degli articoli 304 e 305 della legge 147/2013 (la cosiddetta legge sugli stadi, ndr), di fatto a oggi vengono meno i presupposti stessi che avevano portato alla stesura del complesso atto di variante che ancora oggi giace all’interno delle procedure dipartimento Urbanistica e ha comunque bisogno di un esito, non può rimanere appeso. Venendo meno quello che è uno dei presupposti di legittimità e di presentazione dello studio di fattibilità e quindi della possibilità di presentare il progetto, la delibera che oggi sottoponiamo all’Assemblea capitolina recepisce quest’impossibilità di proseguire nel percorso e attraverso l’istituto dell’autotutela definisce tutti gli effetti successivi che poi dovranno essere trasmessi alla Regione Lazio, prende atto di tutto ciò e propone di riportare lo stato urbanistico dell’area a quello precedente a tutta questa vicenda, dopo 10 anni e diversi tentativi di trasformazione. Con questa delibera si propone di tornare sul tema della pubblica utilità per revocarne gli effetti attraverso l’autotutela e in caso permettere nuove progettualità sull’area ma che non possono essere connesse al sistema delle norme e degli atti che oggi sottendono lo stesso procedimento“. Non sono intervenuti i prenotati De Priamo, Pelonzi, Fassina.