Il Messaggero (F. M. Magliaro) – A Pietralata gli scavi archeologici da parte dei tecnici della As Roma non sembrano prossimi al riavvio. Le prime trincee erano state realizzate la scorsa estate. Poi, un lunghissimo stop. A metà febbraio la Roma aveva annunciato la ripresa dei lavori per la fine di febbraio stesso. Poi, data spostata al 10 marzo etc. Passato anche marzo e non sembra che la ripresa sia imminente. Motivo: l’assessorato all’Ambiente del Comune che tentenna.

Il primo tentennamento arriva il 7 marzo. Qualche giorno prima la Roma aveva presentato la richiesta «formale di assenso alle attività di abbattimento/taglio delle alberature e di individui arborei per la conduzione di indagini archeologiche». In sintesi, il via libera a poter fare gli scavi. Di fatto, quindi la possibilità di incappare in qualche arbusto è più che concreta. La risposta del Campidoglio è un capolavoro: «Si autorizza lo scavo nelle aree libere e, precisamente, dove non sono presenti elementi arborei o arbusti. Pertanto si esclude qualsiasi operazione di abbattimento». Insomma, un sì alla carbonara ma senza uova, guanciale e pecorino.

Passano pochi giorni. Siamo al 19 marzo. E dal Campidoglio, assessorato all’Ambiente, arriva un documento che contraddice un anno di vulgata. Per un anno, di fatto, il Comune ha sostenuto che su Pietralata non vi sia alcun bosco urbano. Ora, dopo che in Procura c’è un fascicolo aperto con una perizia, il Comune dice alla Roma che le attività di scavo a Pietralata «potranno essere realizzate solo a completamento della ricognizione di potenziale “area boscata”». La questione vera, quindi, diventa comprendere cosa cambia all’atto pratico. I sondaggi archeologici slittano di giorno in giorno da mesi. Il nodo, quindi, resta quello del bosco.

In realtà, la norma prevede la possibilità di costruire anche in presenza dei boschi purché l’intervento «sia stato preventivamente autorizzato ai fini della realizzazione di opere di rilevante interesse pubblico» e che l’eventuale «trasformazione del bosco deve essere compensata a cura e spese» dei proponenti del progetto, in questo caso l’As Roma. Pubblico interesse e autorizzazione rilasciate dal Comune con l’ok al progetto preliminare e con compensazioni e spese a carico della Roma già previste nel progetto stesso.