Il Messaggero (F. M. Magliaro) – Accelerare: chiudere in fretta i contenziosi, sfruttare ogni spiraglio concesso dalle norme per arrivare il prima possibile alla restituzione delle aree di Pietralata al Campidoglio. Così, poter permettere, molto prima del previsto, ai tecnici, archeologi e geologi, incaricati dalla Roma di effettuare i sondaggi archeologici.
L’effetto delle due ordinanze emesse il 1 agosto dal collegio giudicante della seconda sezione del Tar del Lazio è diretto: ieri, riunione in Campidoglio per decidere come procedere. E la linea è stata netta: più velocemente possibile.

Due possessori di alcune aree di Pietralata avevano chiesto al giudici di sospendere l’efficacia dei provvedimenti con i quali il Comune aveva loro imposto di rilasciare immediatamente le aree. I giudici non solo non hanno accolto la richiesta di queste persone ma hanno emanato due ordinanze molto chiare. Quei terreni sono di proprietà del Comune, sono parte del “patrimonio indisponibile” e quindi non posso essere vendute o acquisite in altro modo. Inoltre, il Comune ha chiaramente deciso che quelle aree hanno una funzione pubblica. Che non può essere bloccata da chi non ha titolo per stare su quei terreni.

E ieri, quindi, summit in Campidoglio per decidere lo scadenzario delle prossime tappe.
L’obiettivo è di rendere effettivi gli sgomberi in pochi giorni. Andiamo per ordine. Dopo la sconfitta al Tar, è piuttosto probabile che i possessori delle aree possano decidere di andare in appello al Consiglio di Stato. La sentenza del Tar, però, rende immediatamente esecutivo l’ordine di rilascio delle aree. E, quindi, almeno sul piano teorico da ieri gli uffici comunali devono procedere che gli ultimi atti: servizi socali per le verifiche del caso, analisi su eventuali fragilità e via dicendo. Dopo di che, se i possessori non dovessero spontaneamente abbandonare le aree, sarà necessario l’intervento della forza pubblica.

A questo punto, dopo il Tar, il mese di settembre potrebbe segnare la svolta dal semi torpore della prima parte dell’anno. E far partire lo sprint verso la redazione prima e la consegna poi del progetto definitivo. La decisione dei giudici amministrativi, infatti, rigettando la richiesta di sospensiva, ha accorciato i tempi di almeno tre mesi. Se effettivamente a settembre il Comune fosse anche rientrato in possesso delle aree e, quindi, i tecnici della Roma potessero completare i sondaggi geologici e archeologici, a quel
punto i tavoli tecnici andrebbero di pari passo con i sondaggi, accorciando di molto i tempi.