Il Tempo (F.Magliaro) – Ancora qualche giorno e il gruppo di lavoro interassessorile, composto dai funzionari capitolini della Mobilità, dell’Urbanistica, dei Lavori Pubblici, dell’Ambiente, del Commercio e dello Sport, terminerà le procedure necessarie a poter inviare alla Regione il progetto «definitivo» dello stadio di Tor di Valle consegnato dalla Roma, in Campidoglio, lo scorso 15 giugno. Fra i corridoi degli uffici comunali filtrano notizie sul metodo di lavoro che si sta seguendo: controllare puntigliosamente la rispondenza del progetto a quanto stabilito dalla delibera di pubblico interesse e predisporre una relazione scritta da allegare al plico quando questo verrà «girato» in Regione.
In realtà, la mancanza di parte della documentazione prescritta e di parte dei sondaggi è già trapelata all’interno degli uffici. Tuttavia, la norma impone al Campidoglio – non essendovi per ora una «procedura di verifica e di esame aperta presso gli Uffici» – di limitarsi solo ed esclusivamente all’analisi della rispondenza del progetto al «pubblico interesse». La relazione che si starebbe predisponendo, infatti, conterrebbe l’elencazione precisa dei documenti mancanti e di quelli non soddisfacenti le caratteristiche di «progetto definitivo» e verrebbe inviata contemporaneamente sia alla Regione Lazio che ai proponenti. Sarà poi una competenza della Conferenza di Servizi decisoria quella di sollecitare i proponenti del progetto a presentare le carte mancanti al fine di di aprire formalmente la sessione di esame e analisi tecnica delle carte. «Anche perché – spiegano in Comune – se adesso le carte venissero esaminate, gli uffici tecnici dovrebbero non solo verificare l’eventuale esistenza di tutti i documenti necessari a che il progetto risponda alle norme che lo identificano come definitivo ma anche controllare la rispondenza di ogni singola parte progettuale alle diverse norme: se un marciapiede è troppo alto o troppo basso, se un impianto elettrico va fatto in un modo o in un altro, e così via. E non è questo il lavoro che va fatto ora ma è compito della Conferenza di Servizi decisoria, alla quale, comunque, prenderà parte un funzionario tecnico di Roma Capitale, assistito da tutti gli uffici tecnici comunali attraverso il gruppo interassessorile. In quella sede, quindi, saranno esaminati tutti le carte per approvare il ‘vero’ progetto definitivo». Insomma, prima di posare la prima pietra, l’iter è ancora piuttosto lungo.